la città fu stretta di un assedio senza speranza

Alla fine, l’anno in cui Eärendil compì sette anni, Morgoth fu pronto e scatenò contro Gondolin i suoi Balrog, i suoi Orchi e i suoi lupi; e con questi vennero draghi della schiatta di Glaurung, che nel frattempo erano divenuti molti e terribili. L’esercito di Morgoth giunse dalle alture settentrionali, dove le cime raggiungevano l’altezza massima e la vigilanza era minima, e lo fece nottetempo, in un periodo di festeggiamenti, quando tutti i Gondolinfrim erano sulle mura ad attendere il levarsi del sole e a intonare canti in suo onore; quel mattino infatti si celebrava la grande festa da essi denominata Porte dell’Estate. Ma la luce rossa sorse sopra le alture al nord anziché a oriente; e nulla ostacolò l’avanzata dei nemici finché non furono proprio sotto le mura di Gondolin, e la città fu stretta di un assedio senza speranza. Degli atti di disperato valore che vi si compirono da parte dei capi delle nobili casate e dei loro guerrieri, e da Tuor non certo tra gli ultimi, molto si narra ne La caduta di Gondolin: dello scontro tra Ecthelion della Fonte con Gothmog, Signore di Balrog, nella stessa piazza del Re, dove ciascuno dei due uccise l’altro, e della difesa della torre di Turgon per mano dei suoi familiari, finché la torre stessa venne abbattuta; e risonante fu la sua caduta, e Turgon trascinato nella sua rovina.

{J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, Tuor e la Caduta di Gondolin, The Fall of Gondolin by John Howe}
-Lúthien Tinúviel

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