Proprio mentre Gandalf ponderava tali questioni, Thorin si avvicinò a lui e disse: «Messere Gandalf, ti conosco soltanto di vista, ma sarei felice di poterti parlare. In questi tempi sei apparso sovente nei miei pensieri, come se qualcuno mi istigasse a cercarti. E in verità avrei dovuto farlo, se avessi saputo dove trovarti».
Gandalf lo guardò stupito. «Ciò che mi dici è strano, Thorin Scudodiquercia», gli disse. «Anch’io infatti ho pensato a te, e benché ora sia diretto verso la Contea, avevo in mente di spingermi sino alle vostre dimore».
«Chiamale così, se vuoi», disse Thorin. «Sono misere abitazioni di esiliati. Ma saresti il benvenuto se accettassi di venire. Dico che sei saggio e che sai più di chiunque altro ciò che accade nel mondo: ho molti problemi che mi tormentano e sarei felice di conoscere il tuo parere».
«Verrò», disse Gandalf; «credo infatti che abbiamo almeno un problema in comune. Il Drago di Erebor è per me fonte d’inquietudine, e non credo che il nipote di Thrór lo abbia dimenticato».
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendici, Il Popolo di Durin, Gandalf and Thorin at Bree by Ted Nasmith}
– Ancalagon