La Fiamma di Anor, di NOLANOS

Valinor, 1.500 A.A. – Splendente in cielo

 

Superba tra le creazione dei Valar, frutto dell’amore di Yavanna Kémentari e dell’arte di Aulë suo sposo, sommamente amato dagli Uomini – e alla quale gli Eldar preferivano Isil, la Luna – è Anar, il Sole, splendente vascello che la maia Arien guida nelle profondità del cielo, portando luce e calore in vece dei Due Alberi.

 

Arien, di Lady Elleth
Arien, di Lady Elleth

Com’è infatti narrato nelle antiche cronache, la prima fase della Prima Era è convenzionalmente definita come Anni degli Alberi, poiché a quel tempo, prima della nascita dei figli di Ilúvatar, Valinor era illuminata dalla luce dei Due Alberi, Telperion l’Argenteo e Laurelin il Dorato, che sostituirono le lampade Illuin e Ormal dopo che Melkor le aveva abbattute.

 

Com’è noto, due sono le principali tradizioni riguardanti la nascita del Sole e della Luna. La Prima è certamente quella più nota, che ricorda come Arda rimase per lunghi anni oscurata da un infinito crepuscolo, illuminato solo dalle stelle di Varda. E anche per questa ragione, per proteggerli dai pericoli che potevano nascondersi nelle tenebre, i Valar decisero di chiamare a Ovest gli Eldar, facendoli vivere a Valinor insieme a loro.

 

Ma molti secoli dopo, quando Melkor fu liberato dalla sua prigionia nelle Aule di Mandos, questi insieme a Ungoliant ordì un’orrenda macchinazione, e riuscì ad avvelenare e uccidere Telperion e Laurelin, sprofondando Arda nelle tenebre.

Tuttavia, grazie al potere di Varda, Yavanna e alle lacrime di Nienna, Laurelin produsse un unico frutto ardente prima di morire, così come Telperion fece sbocciare un ultimo fiore d’argento. Questo fuoco dorato fu posto in un vascello forgiato da Aulë e dal suo popolo, e traslato oltre la porte della Notte, ove fu governato dalla Maia Arien nei sentieri del cielo.

 

La Storia del Sole e della Luna, di Roger Garland
La Storia del Sole e della Luna, di Roger Garland

Poiché Valinor si trovava a occidente del mondo, la prima alba sorse a ovest, non a est. Era stato infatti in origine deciso che Arien avrebbe dovuto guidare il Sole senza sosta da ovest a est e poi di nuovo indietro, restando sempre nel cielo insieme alla Luna, per ricreare quella commistione di luci e colori che caratterizzava il meriggio di Valinor intorno alla collina di Ezellohar. Ma i Valar cambiarono questa decisione, poiché in questo modo non vi sarebbe stato un tempo del riposo, e anche perché ciò avrebbe reso le stelle di Varda, sommamente amate dagli Eldar, molto più sbiadite. E così si decise che ogni sera il Sole dovesse scendere nei mari lontani dell’ovest per poi riemergere ogni mattina a est.

Vi è tuttavia un’altra ragione per cui gli Eldar preferivano la Luna al Sole: e ciò perché, si racconta, i Primi Padri degli Uomini si risvegliarono proprio al sorgere del Primo Sole, proprio all’arrivo dei Noldor guidati da Fingolfin nel Beleriand. E nella luce del Sole, gli Elfi vedevano il principio del dominio degli Uomini, e del proprio inevitabile declino.

 

Anche le creature di Morgoth, e in particolare gli Orchi, temevano il Sole e, solo gli Uruk-hai generati nella terza Era, potevano spostarsi finché era alto nel cielo. Ma ancora più gravi erano le conseguenze che il Sole aveva sui Troll della Terra di Mezzo, poiché essi, nati e cresciuti nelle profondità del mondo e abituati all’oscurità del profondo Nord, si tramutavano in pietra alla sua luce. E anche in questo caso, solo gli Olog-hai generati nei secoli successivi attraverso oscuri sortilegi potevano muoversi alla luce del Sole.

 

La seconda tradizione, secondo la quale Arda è sempre stata un mondo sferico – anziché esserlo diventato dopo l’inabissamento di Númenor – vede invece il Sole e la Luna presenti nei cieli fin dal principio del tempo. E in questa narrazione, ove la Primavera di Arda non si è mai interrotta, né si è verificata la lunga quiescenza del mondo tra l’imprigionamento di Melkor e il risveglio degli Elfi, anche gli Alberi di Valinor divennero in realtà una rappresentazione della pristina luce dei due astri. Poiché, si racconta in questo mito, Melkor desiderava Arien per sé, e più volte cercò di assalire il vascello del Sole per farla propria. E la reazione ardente della Maia, per respingere il suo assalto, diminuì la potenza della luce solare com’era al principio. E la Luna, dal momento che anche Tilion, il suo pilota, era infatuato di Arien, si è via via oscurata poiché a volte guidata troppo vicino al vascello del sole, bruciando larghe parti della sua superficie. Così i Valar crearono gli Alberi come forma di memoria e strumento di conservazione della loro luce prima che fosse ridotta dagli accidenti del Mondo.

 

La prima alba, di Ted Nasmith
La prima alba, di Ted Nasmith

Molti sono i nomi che i Popoli Liberi diedero al Sole a Valinor o nella Terra di Mezzo. E non casualmente, poiché alla sua guida vi era Arien la Maia, il Sole era di genere femminile nella maggior parte delle loro lingue. E così esso era Anar, il Fuoco dorato, per i Vanyar. un nome che presto si diffuse anche tra i Noldor e che poi fu reso Anor in Sindarin (nome che ritroviamo in Minas Anor, Anòrien, Elanor – il fiore-sole). Ma per i Noldor esso era in origine Vása, il Cuore di Fuoco, e talvolta Aþâraigas, “calore assegnato” secondo una traduzione che lo vuole prestito dalla lingua Valarin. Era poi detto Kalantar “Portatore di luce”, mentre gli Uomini, nelle lingue che precedettero l’Adûnaico e poi in questo idioma, lo chiamavano Ūri, che poi divenne in forme successive Uir o Ŷr, tutte con il medesimo significato di “Signora del Sole”. Un nome poetico talvolta usato dai cantori Umani e Hobbit era “Stella del Giorno”.

 

Si dice che, al termine del Tempo e prima di Dagor Dagorath, Melkor tornato dalla Porta della Notte come prima cosa attaccherà i Vascelli del Sole e della Luna, e che la grande distruzione che ne seguirà sarà il preambolo della Grande Battaglia. Ma come ciò avverrà e quali saranno le conseguenze per i Popoli della Terra di Mezzo, e per gli Uomini che la domineranno, neppure i saggi lo possono prevedere.

 

 

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