E così Thorin Scudodiquercia divenne l’Erede di Durin, ma un erede senza speranza. Alla scomparsa di Thràin egli aveva novantacinque anni, ed era un grande Nano dal portamento fiero; si contentò di rimanere nell’Eriador. Lavorò molto, commerciando e guadagnando grosse ricchezze, e il suo popolo crebbe grazie alla venuta di molti Nani del Popolo di Durin i quali avevano udito durante i loro vagabondaggi che egli dimorava a occidente. Essi avevano ora splendide dimore scavate nelle montagne e abbondanti provviste di merci, e la loro esistenza era ormai serena, benché i loro canti parlassero sempre della Montagna Solitaria.
Passarono gli anni. Nel cuore di Thorin avvamparono gli ultimi tizzoni mentre egli rimuginava sui torti subiti e meditava di vendicarsi del Drago. Sognava armi, eserciti, alleanze, e il suo grande martello rimbombava nella fucina; ma gli eserciti erano disperati e le alleanze infrante e poche le asce di cui disponeva la sua gente; allora una grande collera senza speranza ardeva in lui mentre martellava sull’incudine il ferro rovente.

{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendici, Il Popolo di Durin, Thorin by ChristinZakh.deviantart.com on @deviantART}
– Ancalagon

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