Mentre cavalcavano giù per il sentiero scosceso, Bilbo udì gli elfi che cantavano ancora tra gli alberi, come se non avessero mai smesso da quando egli era partito; e appena i cavalieri scesero nelle radure più basse del bosco, essi esplosero in un canto più o meno come quello di un tempo.
Ecco il drago è già spacciato, il suo corpo è sbriciolato, il suo dorso è fracassato, lo splendore suo offuscato! E se il brando è rovinato, se sul trono i re cadranno col poter loro fidato e con l’or che caro hanno, l’erba qui rispunta ancora, l’acqua scorre nella gora, gli elfi cantano a ogni ora « Su tornate trallallà nella valle, tutti qual ». Ogni stella è più lucente delle gemme, immensamente, e la luna è più splendente di ogni
argento appariscente: qui la fiamma è incandescente, nel tramonto il focolare più dell’oro è rifulgente: perché allor raminghi andare?
Ora dunque dove andate? A tornar perché tardate? Corre il fiume, orsù guardate queste stelle
inargentate! Dove mai vi trascinate con il cuor triste, avvilito? Gli elfi con le innamorate a chi torna qui sfinito fan: « Tornate trallallà nella valle, tutti qua! ». trallallà trallallà trallallarallarallà.
Lo Hobbit, L’Ultima Tappa
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Thorin