Nàr non lo vide più uscire

 La notizia della ricchezza di Erebor si sparse in terre straniere e giunse alle orecchie dei draghi, e finalmente Smaug il Dorato, il più potente dei draghi della sua epoca, si ribellò e assalì inaspettatamente Re Thrór nella sua Montagna. Poco tempo dopo tutto il reame fu distrutto, e la vicina città di Valle era in rovina e deserta; ma Smaug entrò nel Gran Palazzo e si distese sopra un letto d’oro.
Dal saccheggio e dall’incendio scamparono molti Nani; Thrór e suo figlio Thràin II riuscirono a fuggire per ultimi da una porta segreta. Essi partirono con la loro famiglia per un lungo disperato vagare, seguiti da un piccolo gruppo di fedeli seguaci. Molti anni dopo, Thrór, vecchio, povero e disperato, diede a suo figlio Thràin l’unico grande tesoro che possedeva ancora, l’ultimo dei Sette Anelli; poi se ne andò con un solo vecchio compagno, di nome Nàr. Al momento della separazione disse a Thràin, parlando dell’Anello:
 «Questo potrebbe essere per te la base di una nuova fortuna, benché sembri improbabile. Ma per fare oro occorre averne». «Non intendi certo tornare a Erebor», disse Thràin. «Non alla mia età», rispose Thrór. «Affido a te e ai tuoi figli la vendetta contro Smaug. Ma sono stanco della povertà e della derisione degli Uomini. Vado a vedere che cosa posso trovare». Ma non disse dove.
Era forse un poco rimbambito a causa dell’età, della sfortuna e del continuo rimuginare sull’antico splendore di Moria ai tempi degli avi; o forse l’Anello stava ora diventando malefico, poiché il padrone si era risvegliato, e lo spingeva verso la follia e la distruzione. Dal Dunland, dove abitava allora, si recò a nord con Nàr, ed essi traversarono il Valico Cornorosso e giunsero ad Azanulbizar.
All’arrivo di Thrór il Cancello di Moria era aperto. Nàr lo supplicò di essere cauto, ma egli non vi fece caso, e vi entrò con il portamento altero di un erede che ritorna. Nàr non lo vide più uscire…
Tratto da: I Re del Mark, Terza Linea
Thorin

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