E si dice che proprio allora questi, uscito dalle acque profonde, si recò in Valinor, dove parlò ai Valar delle angustie degli Elfi; e li pregò di perdonarli e di salvarli dallo strapotere di Morgoth, recuperando i Silmaril, solo nei quali ormai fioriva la luce dei Giorni Benedetti, quando i Due Alberi ancora splendevano in Valinor. Ma Manwë non si commosse; e chi del resto potrebbe dire quali fossero i pensieri della sua mente? Il saggio ha detto che l’ora non era ancora suonata, e che soltanto uno, patrocinando di persona la causa sia degli Elfi che degli Uomini, implorando perdono per le loro malefatte e pietà, avrebbe potuto smuovere le Potenze, e il giuramento di Fëanor forse neppure Manwë avrebbe potuto annullarlo, finché non se ne fossero verificate le estreme conseguenze e i figli di Fëanor non rinunciassero ai Silmaril, oggetto della loro implacabile pretesa, e ciò perché la luce che illuminava i Silmaril era opera degli stessi Valar.
{J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, Tuor e la Caduta di Gondolin, Ulmo by JankaLateckova}
-Lúthien Tinúviel