La Regina Berúthiel
Umbar (?) c.a. 800 T.E. – Dispersa in mare, dopo il 910 T.E.
La storia di Berúthiel, regina e consorte di Re Tarannon Falastur, dodicesimo Re di Gondor, ci racconta di un’epoca in cui Gondor stava toccando l’apice della sua potenza, che sarà raggiunta circa due secoli dopo all’epoca di Atanatar II Alcarin.
Pochi erano all’epoca i nemici che osassero sfidare la potenza dei Signori degli Uomini, nei cui Capitani ancora scorreva forte il sangue di Numenòr.
Proprio in questa fase di espansione, Gondor si trovò a incontrare i discendenti di quei Nùmenoreani che, giunti sulle sponde della Terra di Mezzo, decisero di rimanervi per sempre. Erano tutti membri di famiglie di altissimo lignaggio Nùmenoreano, sostenitori del Partito del Re e, come lo stesso Ar-Pharazon, bramosi di ricchezza e potere al punto da accettare volontariamente il giogo di Sauron, e usare i vantaggi di questa posizione per sottomettere gli Uomini di quelle contrade. Alcuni di loro ancora vivevano, novecento anni dopo la sconfitta di Sauron, nei dintorni della loro roccaforte meridionale di Umbar. Erano costoro detti i Nùmenoreani Neri, e mai vi fu vera pace tra loro e i discendenti dei Fedeli.
Eppure, per ragioni non meglio specificate, ma che forse vanno ricercate nella volontà di stringere un legame dinastico per trarre alcune di queste famiglie dalla parte di Gondor, nell’ottica di un allargamento dei confini del Regno verso sud, Tarannon Falastur decise di prendere in moglie, quando ancora era in carica il padre Siriondil, una principessa di questa stirpe.
Berúthiel era infatti la figlia di una grande famiglia di una città dell’entroterra a sud di Umbar. È possibile quindi che questo matrimonio fosse legato alle recenti conquiste che Falastur, come comandante degli eserciti di Gondor, aveva ottenuto a meridione della foce dell’Anduin.
Alcuni fanno notare, a questo proposito, che è singolare che proprio durante il regno di Falastur non vi siano stati scontri militari con questi Regni, che avevano invece caratterizzato quelli dei predecessori.
Berúthiel tuttavia odiava il mare, e in particolare i suoni dei gabbiani e l’odore del pesce. Per questo, non amò mai soggiornare a Pelargir, dove spesso risiedeva il re, preferendo il palazzo di Osgiliath a cavallo dell’Anduin.
Qui, si palliava unicamente di vesti nere e argentee, come d’uso tra la sua gente, e viveva in modo spartano nelle sue spoglie stanze. Unico suo vezzo la cura dei propri giardini, che fregiava con statue sofferenti raffiguranti tormenti e torture.
Non era amata dal popolo, che la considerava una straniera e che temeva il suo sguardo, pensando potesse celare chissà quale stregoneria. Il suo stesso nome, Berúthiel, non era quello con cui era nata, un nome che non è ricordato in alcuna cronaca. Berúthiel è infatti un termine Sindarin – che i Nùmenoreani Neri non usavano volentieri – formato da Ber (“regina”), rúth (“rabbia”) e -iel (il medesimo suffisso femminile che si trova in molti nomi come Galadriel e Mìriel), traducibile dunque come “Regina Furiosa”. Un appellativo che descrive perfettamente la considerazione che ella aveva tra i propri sudditi.
Ma la parte della storia di Berúthiel che più a lungo e perdurata, tanto da essere citata dallo stesso Aragorn durante la Guerra dell’Anello, è quella che riguarda i suoi gatti. Si racconta infatti che la Regina odiasse questi animali, che tuttavia ne erano irrimediabilmente attratti, seguendola in continuazione. Berúthiel scelse dunque di sfruttare questa singolare circostanza, rendendoli propri schiavi. Dieci gatti erano sempre con lei, nove neri e uno bianco, che ne era capobranco e che a sua volta spiava e torturava gli altri nove. Insieme, rappresentavano gli occhi e le orecchie della Regina nel regno di Gondor, scoprendone i più oscuri segreti, che Berúthiel sapeva poi leggere nella mente dei gatti. In questo modo teneva sotto controllo i propri nemici e nel terrore i cittadini di Osgiliath, che temevano i gatti e li maledicevano ogni volta che incrociavano la loro strada.
È a quest’epoca che a Gondor si diffuse la metafora citata da Aragorn, in uso per riferirsi a chi è capace di trovare sempre la strada giusta: “è più sicuro nel ritrovare la via di casa in una notte cieca che non i gatti della regina Berúthiel”.
Alcuni studiosi di storia antica riportano che proprio i gatti siano stati la causa della mancanza di discendenza per Tarannon, ma nessuno ardisce spiegare la ragione per cui la loro presenza avrebbe dovuto impedirgli di avere figli. Altri infatti, in modo più prosaico, sostengono che il Re fosse ben poco attratto dalla Regina, e ancor meno dall’idea di consumare con lei i doveri coniugali.
La situazione non durò a lungo, e Tarannon fu sempre più insofferente alle bizzarie e alle crudeltà della moglie. Spinto dall’insofferenza del popolo e convinto dalle preoccupazioni dei notabili del Regno, Falastur esiliò Berúthiel da Gondor, rinnegando la loro parentela.
Ella fu imbarcata con i propri gatti su una nave senza timone che prese il mare da Pelargir. E l’ultima volta che fu vista, la passava veloce davanti a Umbar sotto una falce di luna, con un gatto sull’albero maestro e un altro a far da polena.
Taranno fece rimuovere il nome i riferimenti a Berúthiel dal Libro dei Re. Ma se la memoria ufficiale ha rimosso il suo nome, non lo ha fatto la fantasia popolare, che ancora parlava di lei due millenni dopo il suo esilio.
Pochi anni dopo, le guerre con Umbar e i Nùmenoreani Neri ripresero con foga, forse anche a seguito del destino della Regina, fino alla conquista di Umbar da parte di Eärnil I.
Altro, su Berúthiel la Nera Regina di Gondor, non si può dire.