E Tuor giunse nel Nevrast e, contemplando Belegaer, il Grande Mare, ne restò ammaliato, e il suo fragore e il desiderio per esso sempre gli rimasero nel cuore e nell’orecchio, e in lui fu un’inquietudine che alla fine lo avrebbe condotto nelle profondità dei reami di Ulmo. Abitò dunque solo nel Nevrast, e passò l’estate di quell’anno e la sorte del Nargothrond s’avvicinò; ma, quando giunse l’autunno, Tuor scorse sette grandi cigni che volavano a sud, e vi lesse il segno che aveva fin troppo a lungo indugiato, sicché ne seguì il volo andando per i lidi del mare. Così giunse, alla fine, alle aule abbandonate di Vinyamar, ai piedi di Monte Taras, e vi entrò e, rinvenutivi lo scudo e la cotta, la spada e l’elmo che Turgon vi aveva lasciati tanto tempo prima per ordine di Ulmo, se ne vestì e calò alla riva. Ma ecco giungere una grande tempesta dall’ovest, e dalla bufera Ulmo, il Signore delle Acque, si levò maestoso e parlò a Tuor che lì stava. E Ulmo gli comandò di andarsene da quel luogo e di cercare il regno celato di Gondolin; diede a Tuor un grande mantello onde se ne palliasse nascondendosi agli occhi dei suoi nemici.
{J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, Capitolo XXIII, Tuor e la Caduta di Gondolin, Tuor by Belegilgalad on DeviantArt}
-Lúthien Tinúviel