E alla fine, grazie al potere che Ulmo aveva posto su di essi, giunsero alla porta nascosta di Gondolin e, imboccata la galleria, giunsero a quella interna, dove dai guardiani furono fatti prigionieri e condotti all’enorme gola di Orfalch Echor, sbarrata da sette cancelli, e condotti al cospetto di Ecthelion della Fonte, il guardiano del grande cancello al termine della strada in salita; e quivi Tuor scostò il mantello e, grazie alle armi che aveva portato da Vinyamar, si costatò essere egli invero uno inviato da Ulmo. Poi Tuor calò lo sguardo sulla bella valle di Tumladen, incastonata come un verde gioiello tra le alture cerchianti; e scorse lontano, sulla cima rocciosa di Amon Gwareth, Gondolin la grande, la città dei sette nomi, la cui fama e gloria suonano più alte, nei canti, di ogni altra dimora degli Elfi nelle Terre-di-qua. Al cenno di Ecthelion, trombe furono suonate sulle torri del grande cancello, e ne echeggiarono i colli; e, remoto eppure chiaro, giunse in risposta un suono di trombe fatte squillare sulle bianche mura della città, soffuse dal rosa dell’aurora che inondava la piana.
{J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, Capitolo XXIII, Tuor e la Caduta di Gondolin, Gondolin by SpartanK42 on DeviantArt}
-Lúthien Tinúviel