Frodo e lo Spettro, di John Howe

«Dove siete?», invocò, al colmo della disperazione. Non ebbe risposta. Rimase immobile, con le orecchie tese, scrutando le tenebre. Si rese improvvisamente conto che faceva terribilmente freddo e che lassù il vento si era messo a soffiare, ed era un vento gelido. Il tempo stava cambiando. Brandelli e lembi di tetra nebbia gli passavano silenziosamente accanto. Il suo alito pareva fumo e l’oscurità era meno fitta e opprimente. Guardò verso l’alto e si accorse con sorpresa che alcune pallide stelle stavano spuntando sopra di lui fra strascichi di nubi e di nebbia che turbinavano vorticosamente contro il cielo. Il vento incominciò a fischiare nell’erba. D’un tratto gli parve d’udire un grido soffocato e si mise ad avanzare verso di esso; mentre camminava la nebbia fu spazzata via e il cielo stellato apparve limpido e scoperto. Con uno sguardo capì di trovarsi sulla sommità tonda di una collina che doveva aver scalato dal lato nord, poiché adesso era rivolto verso sud. Da est soffiava impetuoso il vento glaciale. Alla sua destra s’innalzava, delineandosi contro il chiarore delle stelle occidentali, una fosca forma nera. Era un grande tumulo. «Dove siete?», gridò ancora una volta, spaventato e incollerito al tempo stesso. «Qui!», disse una voce fredda e profonda che sembrò uscire dalla terra. «Ti sto aspettando!».

{J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Nebbia sui Tumulilande, Spettro dei Tumuli by John Howe}
-Lúthien Tinúviel

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