Allora Nàr si avvicinò, e scoprì che era davvero il corpo di Thrór, mutilato però della testa, che giaceva bocconi. Mentre era inginocchiato accanto al cadavere del padrone udì una risata, e la voce dell’Orco disse:
«Se i mendicanti non aspettano alla porta, ma entrano di nascosto e cercano di rubare, ecco come li trattiamo. Se un altro dei tuoi amici ficca la sua lurida barba qui dentro, avrà il medesimo trattamento. Va’ a dirlo in giro! Ma se la sua famiglia desidera sapere chi è adesso il re qui dentro, il nome è scritto sul viso. L’ho ucciso io! Sono io il padrone!».
Allora Nàr voltò la testa mozza e vi vide marcato sulla fronte, in rune che egli sapeva leggere, il nome di AZOG. E in quell’istante quel nome si impresse nel suo cuore e in quello di tutti gli altri Nani. Nàr si chinò per prendere la testa, ma la voce di Azog disse:
«Lasciala stare! Vattene! Eccoti una mancia, barba di accattone!». Si sentì colpire da un sacchetto. Conteneva poche monetine di scarso valore.
Piangendo, Nàr fuggì lungo il corso dell’Argentaroggia; voltandosi, vide che degli Orchi erano usciti dal cancello e stavano facendo a pezzi il corpo, gettandone i frammenti ai corvi.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendici, Il Popolo di Durin, Azog the Defiler by K-Art-K-Vin on DeviantArt}
– Ancalagon