soltanto il male qui ha da temere

 Fece un passo avanti; ma Boromir irresoluto non lo seguì. «Non c’è altra strada?», domandò.
 «Quale migliore strada desidereresti?», disse Aragorn.
 «Un semplice sentiero, anche se fiancheggiato da una siepe di spade», disse Boromir. «Per strane vie è stata condotta la nostra Compagnia, e tutte sinora con esito infausto. Contro la mia volontà passammo sotto le ombre di Moria, verso la nostra perdizione. Ed ora dobbiamo inoltrarci nel Bosco d’Oro, a quel che dici. Ma di quella perigliosa contrada abbiamo udito parlare a Gondor, e si dice che pochi di coloro che vi mettono piede ne escano, e che di questi pochi nessuno sia uscito illeso».
 «Non dire illeso, bensì immutato, ed allora le tue parole saranno veritiere», ribatté Aragorn. «La sapienza è certo diminuita a Gondor, Boromir, se nella città di coloro che un tempo erano saggi ora si parla male di Lothlórien. Puoi non credermi, ma non vi è per noi altra via…. a meno che tu non voglia tornare al cancello di Moria, o scalare le montagne invalicabili, o nuotare da solo lungo il Grande Fiume».
 «Ed allora guidaci!», disse Boromir. «Ma è pericoloso».
 «Assai pericoloso», disse Aragorn, «bello e pericoloso; ma soltanto il male qui ha da temere, o colui che porta seco il male. Seguitemi!».
Tratto da Il Signore degli Anelli, Capitolo VI, Lothlorien
Thorin

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