Finalmente Gandalf spinse via piatto e boccale – aveva mangiato due enormi filoni di pane (con una montagna di burro, miele e mascarpone) e bevuto almeno un litro di idromele – e tirò fuori la pipa.
«Risponderò prima alla seconda domanda,» disse «ma che bellezza! questo sì che è un posto splendido per fare anelli di fumo». Effettivamente per un bel po’ non riuscirono a cavargli fuori nient’altro, tanto era occupato a spedire gli anelli di fumo ad attorcigliarsi attorno ai pilastri della sala, trasformandoli in tutta una varietà di forme e colori, e facendoli poi fluttuare uno dietro l’altro, verde, blu, rosso, grigio argento, giallo, bianco; grossi, piccoli, che si avvolgevano attraverso quelli grossi formando degli otto, e svanivano come uno stormo di uccelli in lontananza.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Strani Alloggi, Gandalf by David Thorn Wenzel}
-Ancalagon