«Portate vino e cibo e seggi per gli ospiti», ordinò Denethor, «e non permettete a nessuno di disturbarci per un’ora.
«Più di tanto non posso purtroppo dedicarvi, perché molte altre faccende mi attendono», disse a Gandalf. «E molte di esse parrebbero di maggior importanza, eppure sono per me meno pressanti. Ma forse potremo scambiare ancora qualche parola alla fine della giornata».
«Ed anche prima, spero», disse Gandalf. «Perché certo non sono giunto da Isengard, distante centocinquanta leghe, cavalcando veloce come il vento, unicamente per portarti un piccolo guerriero, per quanto cortese. Non vuol dir nulla per te che Théoden abbia condotto una grande battaglia, che Isengard sia distrutta e che io abbia spezzato il bastone di Saruman?».
«Vuol dire molto. Ma conosco sufficientemente codesti fatti per decidere da solo come lottare contro la minaccia dell’Est». Posò i suoi occhi scuri su Gandalf e Pipino vide ad un tratto una rassomiglianza fra i due, e sentì la tensione fra loro, come se una linea di fuoco covasse fra i loro occhi, pronta ad avvampare improvvisamente.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Minas Tirith, fotogrammi del film “Il Ritorno del Re”}
– Ancalagon, Where once was Light now Darkness falls