E l’erba crebbe verde e lunga là ove era stato seppellito Nevecrino, ma il terreno rimase per sempre nero e spoglio nel luogo in cui avevano bruciato la bestia alata. Lento e triste Merry accompagnava il corteo, noncurante della battaglia. Era sfinito e dolorante, e le sue membra tremavano come colte da brividi di freddo. Una grande pioggia venne dal Mare, e parve che ogni cosa piangesse Théoden ed Éowyn, estinguendo gli incendi nella Città con lacrime grigie. Poi come attraverso una nebbia vide a un tratto avvicinarsi l’avanguardia di Gondor. Imrahil, Principe di Dol Amroth, cavalcò sino a loro e arrestò il suo destriero. “Quale fardello trasportate, Uomini di Rohan?”, gridò. “Théoden Re”, essi risposero. “Egli è morto. Ma Éomer Re galoppa ora in mezzo alla battaglia, con la sua bianca criniera al vento”. Allora il principe smontò da cavallo e s’inginocchiò accanto alla bara in segno di riverenza per il re e il suo eroico assalto; e pianse. Ma alzandosi vide Éowyn e si meravigliò. “Non è questa forse una donna?”, esclamò. “Sono dunque partite in guerra per difenderci anche le donne dei Rohirrim?”. “No! Una soltanto”, risposero. “Ella è Dama Éowyn, sorella di Éomer; ignoravamo ch’ella fosse venuta, ed ora lo rimpiangiamo amaramente”. Allora il principe, vedendola così bella, nonostante il pallore del viso freddo, le prese la mano e si chinò per guardarla più da vicino. “Uomini di Rohan!”, egli gridò. “Non vi è fra voi un medico? Ella è ferita, forse a morte, ma credo che viva ancora”. Le avvicinò alle fredde labbra il lucido bracciale dell’armatura e, meraviglia! quando lo ritrasse era impercettibilmente appannato. “Occorre fare in fretta”, egli disse, e mandò in Città un veloce cavaliere in cerca di soccorsi. Ma egli, chinatosi sui caduti, disse loro addio e rimontando a cavallo galoppò verso la battaglia. Ora sui campi del Pelennor il combattimento infuriava, il fragore delle armi si mescolava alle grida degli uomini e al nitrire dei cavalli. Suonavano i corni e squillavano le trombe ed i mûmakil muggivano mentre venivano spinti nella battaglia. Sotto le mura meridionali della Città i fanti di Gondor attaccarono le legioni di Morgul che vi erano ancora radunate in gran numero. I cavalieri galopparono invece verso est a soccorrere Éomer: Hurin l’Alto, Custode delle Chiavi, ed il Sire di Lossarnach, e Hirluin delle Verdi Colline, ed il Principe Imrahil il Bello circondato da tutti i suoi cavalieri. Ma il loro aiuto non giunse troppo presto ai Rohirrim: la fortuna si era infatti rivoltata contro Éomer, e la sua furia l’aveva tradito. La violenza del suo assalto aveva letteralmente travolto il fronte nemico e interi drappelli di Cavalieri erano passati senza difficoltà attraverso le schiere dei Sudroni, sconfiggendone la cavalleria e facendo stragi della fanteria. Ma là dove si trovavano i mûmakil i cavalli si rifiutavano di andare, impennandosi e deviando, così che i grossi mostri rimanevano imbattibili, come torri di difesa, e gli Haradrim si riunivano intorno ad essi. E se gli Haradrim da soli erano tre volte più numerosi dei Rohirrim, ora la situazione peggiorò ancora, poiché nuove forze giunsero in grandi quantità da Osgiliath. Erano state lì riunite per saccheggiare la Città e distruggere Gondor al primo segnale del loro Capitano. Egli era ormai distrutto, ma Gothmog, il luogotenente di Morgul, li aveva tuttavia mandati a combattere; Esterling muniti di asce, Variag del Khand, Sudroni vestiti di rosso, e uomini neri simili a Vagabondi, dagli occhi bianchi e la lingua rossa, giunti dal Lontano Harad. Alcuni si affrettavano ora a sorprendere i Rohirrim alle spalle, mentre altri si dirigevano a ovest per arrestare le truppe di Gondor e impedir loro di raggiungere quelle di Rohan. Fu allora, quando le cose si mettevano male per Gondor e la speranza cominciava a vacillare, che un nuovo grido si levò nella Città; il mattino era a metà e un grande vento soffiava, mentre la pioggia batteva violenta verso nord e il sole brillava. In quell’aria limpida le sentinelle sulle mura videro in lontananza una nuova immagine terrificante, e la speranza li abbandonò del tutto.

J.R.R.Tolkien, Il signore degli anelli
_Vardilme
Immagine di Mischeviouslittleelf da Deviantart

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