Poco dopo il Ramingo trovò nuove indicazioni. In un punto presso l’argine dell’Entalluvio scoprì delle orme: erano di Hobbit, ma troppo leggere per rivelare qualcosa d’interessante. Poi di nuovo, ai piedi di un grosso albero, proprio al margine del bosco, scorsero altre impronte; ma la terra era secca e nuda e non vi era molto da vedere. «Almeno un Hobbit rimase qui in piedi a guardare il cammino percorso, poi voltandosi s’inoltrò nella foresta», disse Aragorn.
«Quindi, anche noi dobbiamo avviarci», disse Gimli. «Ma non mi piace per nulla l’aspetto di questo Fangorn; e fummo anche messi in guardia contro di esso. Se almeno l’inseguimento ci avesse condotti altrove!». «Non mi pare che il bosco sembri malvagio, nonostante ciò che dicono le storie», ribatté Legolas. In piedi sotto le fronde della foresta, leggermente curvo in avanti come in ascolto, fissava le ombre con grandi occhi spalancati. «No, non è malvagio; o comunque, ciò che vi è di malvagio si trova molto lontano. A me giungono solo echi assai deboli dai luoghi oscuri, ove i cuori degli alberi sono neri. Non vi è malizia intorno a noi; sento però vigilanza e collera». «Ebbene, non ha alcun motivo la foresta di essere in collera con me», disse Gimli. «Non le ho mai fatto del male». «Meglio così», disse Legolas. «Tuttavia sento che è stata danneggiata, e che qualcosa accade o sta per accadere più all’interno. Non vi accorgete della tensione? Mi mozza il fiato».
{J.R.R. Tolkien, l Signore Degli Anelli, Il Cavaliere Bianco, collage realizzato con immagini da Movie Screencaps}
-Lúthien Tinúviel