Non osavano formulare altri pensieri

Ebbero l’impressione che una trappola si chiudesse intorno a loro, ma non si persero del tutto d’animo. Ricordavano ancora l’immagine ricca di speranza della Via alberata e sapevano in che direzione si trovava. In tutti i casi, tale era adesso l’antipatia e l’ostilità che provavano per quella specie di catino, che l’idea di rimanervi anche un solo attimo non li sfiorò nemmeno. Rifecero i fagotti con tutta la velocità delle loro dita infreddolite e anchilosate. Dopo pochi minuti stavano già conducendo i pony al di là del bordo dello spiazzo, e giù per il lungo pendio nord del colle dentro il mare di nebbia. Man mano che scendevano l’aria si faceva più fredda e più umida e sulle loro fronti gelide i capelli gocciolavano scomposti. Arrivati in fondo sentirono tanto freddo che furono costretti a fermarsi per prendere i mantelli e i cappucci nei quali si imbacuccarono e che poco dopo sarebbero stati ricoperti di gocce grigie. Quindi montarono nuovamente in groppa e proseguirono lenti, su e giù per le asperità del terreno. Si dirigevano alla meno peggio verso l’apertura tra le due creste scoscese, all’estremità nord della lunga valle che avevano veduto la mattina. Una volta attraversata quella specie di passo, avrebbero dovuto soltanto proseguire in linea retta per raggiungere prima o poi la Via. Non osavano formulare altri pensieri, eccetto forse una vaga speranza che al di là dei Tumuli la nebbia sparisse.

 

{J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Nebbia sui Tumulilande, Fog on the Barrow Downs by Paul Raymond Gregory}
-Lúthien Tinúviel

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