Mentre mangiavano, Tom tornò sul tumulo a esaminare i tesori. Riunì la maggior parte in un mucchio che brillava e luccicava sull’erba al sole. Comandò loro di restare lì, «liberi d’esser presi da chiunque, bestie, uccelli, Uomini o Elfi, e ogni gentile creatura»: questo era infatti il modo per rompere l’incantesimo del Tumulo e allontanare per sempre i freddi e tetri Spettri. Per sé scelse dal mucchio una spilla incastonata di pietre azzurre dalle infinite sfumature, pari a quelle dei fiori di lino o delle ali di farfalla. La osservò a lungo, scuotendo la testa, come immerso in qualche lontano e vago ricordo, e finalmente disse:
«Ecco un grazioso gingillo per Tom e per la sua dama! Dolce e soave colei che tanto tempo fa portò questo gioiello sulla sua spalla. Sarà Baccador a portarlo, adesso, e noi non la dimenticheremo mai!».
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Nebbia sui Tumulilande, Tom Bombadil by travisJhanson on DeviantArt}
– Ancalagon