Noi non abbiamo più paura

«Ed è sempre stato così? Oppure noi siamo vittime di una maledizione del Re malvagio, qualcosa di simile al Perfido Fiato?» «Lo ignoro. Alle nostre spalle sta una tenebra, dalla quale pochi racconti sono venuti. Può darsi che i padri dei nostri padri avessero qualcosa da narrare, ma non l’hanno fatto. Dimenticati sono persino i loro nomi. I Monti stanno tra noi e la vita da cui essi sono venuti, fuggendo da che cosa nessuno lo sa.» «Avevano dunque paura?» domandò Túrin. «Può darsi» rispose Sador. «Non è escluso che fuggissero la paura della Tenebra, solo per ritrovarla qui di fronte a noi, e nessun altro luogo dove fuggire se non il mare.» «Noi non abbiamo più paura,» disse Túrin «per lo meno non tutti noi. Non ha paura mio padre, e io non ne avrò; o almeno, come mia madre, se avrò paura non lo darò a vedere.» Parve a Sador che gli occhi di Túrin non fossero quelli di un bambino, e si disse: “Il dolore è una dote per un animo duro”. E ad alta voce: «Figlio di Húrin e Morwen, quale sarà il tuo cuore, Labadal non può indovinarlo. Ma di rado e a pochi tu mostrerai ciò che è in esso». Allora Túrin: «Forse è meglio non dire quel che si desidera se non si può averlo. Ma, Labadal, mi piacerebbe essere uno degli Eldar. E allora Lalaith potrebbe tornare, e io sarei ancora qui anche se la sua assenza dovesse durare a lungo. Andrò soldato con un Re degli Elfi appena ne avrò l’età, come hai fatto tu, Labadal».

{J.R.R. Tolkien, Racconti Incompiuti, Il racconto dei figli di Húrin, L’infanzia di Túrin, Labadal by kuliszu on DeviantArt}
-Lúthien Tinúviel

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