Ciò che gli stregoni esquimesi e i sacerdoti della Louisiana avevano cantato ai rispettivi idoli era qualcosa di simile a questo (la divisione fra le parole era ricavata dalle pause della voce quando la cantilena veniva salmodiata dal vivo):
Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn.
Legrasse aveva un punto di vantaggio sul professor Webb, perché alcuni dei suoi prigionieri gli avevano spiegato il significato della frase, che secondo i vecchi celebranti era più o meno questo:
Nella sua dimora a R’lyeh il morto Cthulhu attende sognando.
{Howard Phillips Lovecraft, L’Avvento di Cthulhu, Spawn of the Stars by Sofyan Syarief}
Improvvisamente s’innalzò un canto, come un freddo mormorio che saliva e scendeva. La voce sembrava lontanissima e terribilmente lugubre, a volte acuta e stridula, a volte simile a un roco lamento proveniente dagli abissi della terra. Dal flusso incoerente e deforme dei suoni tristi ma orribili si riusciva di tanto in tanto a ricollegare gruppi di parole e lembi di frasi: parole empie, feroci, spietate, inesorabili e dolenti. La notte malediceva il giorno che la soppiantava, e il freddo imprecava contro il bramato caldo. Frodo era raggelato fino al midollo. Dopo qualche tempo il canto diventò più chiaro, e con la morte nel cuore si accorse che si era trasformato in un incantesimo:
Fredda la mano ed il cuore e le ossa,
Freddo anche il sonno è nella fossa:
Mai vi sarà risveglio sul letto di pietra,
Mai prima che muoia il Sole e la Luna tetra.
Nel vento nero le stelle anch’esse moriranno,
Ed essi qui sull’oro ancora giaceranno,
Finché l’oscuro signore non alzerà la mano
Sulla terra avvizzita e sul mare inumano.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Nebbia sui Tumulilande, Under the Spell of the Barrow-wight by Ted Nasmith}
-Ancalagon