Questo luogo è già di mio maggiore gradimento», disse il Nano, pestando i piedi sulle dure pietre. «Il mio cuore si rinfranca sempre avvicinandosi alle montagne. Vi è della buona roccia da queste parti.
E’ una campagna dalle ossa robuste: le sentivo sotto di me mentre salivamo dalla Diga sin qui. In cento e un anno della mia razza farei di questo posto una rocca contro la quale gli eserciti si infrangerebbero come flutti».
«Non lo metto in dubbio», disse Legolas. «Ma tu sei un Nano, ed i Nani sono gente strana. Io non amo questo posto, e la luce del giorno non cambierà i miei sentimenti. Ma tu mi conforti, Gimli, e sono contento di averti accanto, con le tue robuste gambe e la dura ascia. Vorrei che ci fosse qualche altro della tua razza con noi. Ma desidererei ancor di più un centinaio di buoni arcieri del Bosco Atro. Ne avremo bisogno. I Rohirrim hanno dei bravi tiratori d’arco, a modo loro, ma ve ne sono troppo pochi qui, troppo pochi».
Tratto da: Il Signore degli Anelli, Le Due Torri, Capitolo VII, Il fosso di Helm
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-Thorin