luce cadaverica che non illuminava nulla

Una lunga valle, profondo golfo d’ombra, penetrava all’interno dei monti. Dal lato opposto della vallata si ergevano, alte su di un seggio di roccia nel grembo nero dell’Ephel Dúath, le mura e la torre di Minas Morgul. Ogni cosa intorno era buia, terra e cielo, ma nella fortezza brillava una luce. Non il chiaro di luna imprigionato fra le mura marmoree di Minas Ithil molto tempo addietro, quando era la Torre della Luna, splendida e raggiante in seno ai colli. Assai più pallida di una luna malaticcia durante una lenta eclissi ne era adesso la luce, vacillante e tremula come una fetida esalazione di putridume, luce cadaverica che non illuminava nulla. Nelle mura e nella torre le finestre parevano innumerevoli buchi neri scavati nel vuoto; ma la parte superiore del torrione girava lentamente, prima da una parte e poi dall’altra, immensa testa spettrale sghignazzante nella notte. Per un momento i tre compagni la fissarono con occhi riluttanti, indietreggiando dalla paura.

{J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Le Scale di Cirith Ungol, Minas Morgul by SmeaGolllum on DeviantArt}
– Ancalagon

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