L’agricoltore chiamò Garm. Era un uomo giusto, a suo modo. — Cane, — disse, — tu vieni con me. Il cane ululò. — Aiuto! aiuto! — gridò.
— Adesso smettila! — disse Giles. — O ti farò rimpiangere il drago. Ormai conosci l’odore di questa mala bestia, e magari per una volta ti potrai rendere utile.
Poi Giles l’Agricoltore chiamò la sua giumenta grigia. Questa gli diede un’occhiata strana e gli annusò gli sproni. Ma lo lasciò montare; poi si misero in viaggio, senza che nessuno di loro si sentisse davvero felice. Attraversarono al trotto il villaggio, e tutta la gente applaudì e acclamò, la più parte dalle finestre. L’agricoltore e la sua cavalla fecero buon viso come meglio poterono; ma Garm non aveva il minimo ritegno e si trascinava con la coda tra le gambe. Varcarono il ponte sul fiume alla fine del villaggio. Quando non furono più in vista rallentarono il passo. Ciononostante non tardarono a oltrepassare i poderi di Giles e di altri compaesani e a raggiungere le zone visitate dal drago. C’erano alberi spezzati, siepi bruciate e erba annerita e un silenzio che non prometteva niente di buono.
Il sole brillava luminoso e Giles l’Agricoltore cominciò a desiderare d’avere il coraggio di togliersi un paio di capi di vestiario; e si chiedeva se per caso non avesse bevuto qualche bicchiere in più. «Un bel modo di finire le feste di Natale — pensò. — Sarà una bella fortuna se non avrò fine anch’io». Si ripulì il viso con un fazzolettone verde, non rosso; perché le pezze rosse fanno infuriare i draghi, o così aveva sentito dire.
Tratto da Il Cacciatore di Draghi, Giles l’Agricoltore di Ham
Giles and Chrysophylax by the Serbian artist Geto
Thorin