la nebbia era fitta, fredda e bianca

La cavalcata rapida attraverso le colline, l’abbondante colazione, il calore del sole di mezzogiorno, il profumo dell’erba, lo star comodamente seduti un po’ troppo a lungo, con le gambe distese e gli occhi rivolti verso il cielo sereno sono forse fattori sufficienti a spiegare ciò che avvenne. Il fatto è che improvvisamente si svegliarono inquieti e ansiosi da un sonno che non si erano affatto ripromessi di fare. La pietra era gelida e proiettava verso oriente una pallida ombra che li copriva. Il sole, di un giallo pallido e slavato, occhieggiava attraverso la nebbia; a nord, a sud e ad est, la nebbia era fitta, fredda e bianca. L’aria era silenziosa, pesante e umida. I pony stavano in piedi, uno accanto all’altro, con la testa bassa. Gli Hobbit saltarono in piedi allarmati, e corsero al bordo occidentale. Scoprirono di essere in un’isola in mezzo a un mare di nebbia. E mentre guardavano angosciati il sole del tramonto, lo videro tuffarsi davanti ai loro occhi fra i bianchi flutti, e una fredda ombra grigia incominciò a diffondersi da est. La nebbia s’inerpicò su per le pendici, li scavalcò, li ricoprì, dilatandosi sulla testa degli Hobbit sino a formare un soffitto: erano prigionieri in una gabbia di nebbia al centro della quale si ergeva la pietra.

 

{J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Nebbia sui Tumulilande, On the edge of the Barrow Downs by Armanir on Reddit}
-Lúthien Tinúviel

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