Giunto vicino alla colonna, Gimli si arrestò levando lo sguardo. La pietra era sbrecciata e logora, e le pallide rune incise tutt’intorno illeggibili. «Questo pilastro indica il punto ove per la prima volta Durin guardò nel Mirolago», disse il Nano. «Guardiamo anche noi prima di proseguire il nostro cammino!».
Si chinarono sulle scure acque. Da principio non videro nulla. Poi lentamente ai loro occhi apparvero le forme delle montagne d’intorno specchiate in un azzurro cupo, e i picchi erano come piume di bianche fiamme su di esse; più in alto ancora si estendeva il cielo. Pari a gioielli incastonati negli abissi, le stelle brillanti scintillavano; eppure il cielo sulle loro teste era illuminato dal sole. Non vi era ombra delle loro figure chine.
«O Kheled-zâram splendido e meraviglioso!», disse Gimli. «Ivi giace la Corona di Durin, sino al giorno in cui egli si risveglierà. Addio!». S’inchinò, e volgendo le spalle al lago risalì veloce la verde zona erbosa sino alla strada.
«Cos’hai veduto?», domandò Pipino a Sam; ma Sam era troppo immerso nei suoi pensieri per rispondergli.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Lothlórien, Kheled-zâram by kimberly80.deviantart.com on @DeviantArt}
-Ancalagon