[Il Signore degli Anelli] è stato scritto per divertire, nel senso più alto, per essere leggibile. Nell’opera non c’è alcuna allegoria morale, politica o dell’attualità.
È una fiaba ma scritta per gli adulti, seguendo la convinzione che ho espresso nel lungo saggio “Sulle Fiabe”, che siano essi il pubblico più adatto. Perché ritengo che la fiaba abbia il suo modo peculiare di riflettere la verità, diverso dall’allegoria, o dalla satira, o dal “realismo”, e per alcuni aspetti più potente.
Ma prima di tutto deve riuscire semplicemente come racconto: appassionare, divertire e ogni tanto anche commuovere, e all’interno del suo mondo immaginario deve vedersi riconoscere la credibilità (letteraria). Riuscire in tutto questo era il mio obiettivo principale.”
J.R.R. Tolkien, Le Lettere, lettera a Michael Straigh (non inviata), n. 181.