L'EVOLUZIONE DELLA LEGGENDA - I. Poesia dalla History of Middle Earth [11] The Man in the Moon Came Down Too Soon

Perché l’Uomo della Luna discese troppo presto

Se Móncyning

 

L’Uomo della Luna aveva le scarpe d’argento
e di fili d’argento aveva la barba;
d’oro pallido era la sua cintura e un’aureola
d’oro aveva attorno al capo.
Vestito d’un abito rosa nel suo grande globo bianco,
aprì egli una porta d’avorio
con una chiave di cristallo, e in gran segreto
piano camminò su un pavimento ombroso;

lungo una scala di filigrana, fatta di teli di ragno,
discese con fretta, baluginando,
e, ridendo tutto allegro d’esser libero e felice,
rapido corse giù, verso la terra.
Era stanco delle perle e dei volteggi di diamante;
del pallido suo minareto
vertiginoso e bianco a quell’altezza lunare
in un mondo fatto d’argento;

e in questo pericolo s’avventurò
per aver rubini e berillo, e smeraldi e zaffiri
e altre gemme ben lustre per un nuovo diadema,
o per ornare la pallida sua veste.
Si sentiva solo con null’altro da fare
se non osservare il mondo dorato,
o tendere l’orecchio per udire le fievoli voci
che remote a lui giungevano
mente lietamente esso accanto gli passava.

E al plenilunio nell’argentea sua luna
stancamente egli aveva bramato il fuoco –
non le limpide luci degli smorti seleniti
ma una pira rossa che appartiene alla Terra,
con bagliori di porpora, di cremisi e rosa
e con lingue arancioni che balzassero in alto;
e grandi mari d’azzurro e i colori ben vivi
quando l’alba che danza è giovane ancora;

e le vie erbose come crisoprasio
presso i sinuosi Yare e Nen.
Com’egli bramava l’allegria della Terra popolosa
e il sangue degli uomini che scorre ben vivo!
Desiderava il canto e le lunghe risate
e calde vivande e vino,
nel mangiar dolci di perla fatti con fiocchi di neve
e bere il raggio lucente e sottile della luna.

Gli brillavano i piedi pensando a quella carne,
al punch e alla birra pepata…
e poi ecco che inciampa sulla ripida scala
ed ecco che cade come cade una meteora;
mentre le faville tonavano tra gli spruzzi e gli archi
delle stelle che cadevano come cade la pioggia
dal sentiero fatto a scala, egli si fece un bagno tra la spuma
nell’Oceano di Almain;

e si mise a pensare, per timor di sciogliersi e puzzare,
a cosa mai potesse fare
quando una barca di Yarmouth lo trovò, mentre galleggiava,
e ben si stupì l’equipaggio che nella rete
lo prese, tutto zuppo e scintillante
d’un lucor fosforescente
d’azzurri e di bianchi e di luci d’opale
e d’un verde liquido e soave.

Col pesce del mattino – questo fu il desiderio suo regale –
lo spedirono alla città di Norwich,
che un po’ si scaldasse col gin in una taverna del Norfolk
e s’asciugasse la sua equorea veste.
Sebbene i rintocchi di San Pietro risvegliassero molte campane
nelle risonanti torri della città,
per diffonder la nuova della sua folle crociera
nelle prime ore del mattino,

nessun focolare fu acceso, nessuna colazione preparata,
e nessun gli volle vender le sue gemme;
trovò non fuoco ma cenere e il suo vivo desiderio
d’udir cori e inni potenti
si scontrò col russare della gente del Norfolk
che ancora a letto dormiva;
e quasi si spezzò il tondo suo cuore,
più vuoto e più freddo di quand’era là in alto…
E allora cedette il suo manto fatato

a un cuoco mal desto per un angolo nella cucina,
e la cintura d’oro in cambio d’un sorriso,
e una gemma preziosa per un piatto di minestra,
un esempio triste e freddo
del famoso porridge di prugna dell’anglica Norwich –
troppo presto era invero arrivato
quale ospite inatteso che ricerchi avventure
dalle Montagne della Luna.

J. R. R. Tolkien
1923

 

{Illustrazione by Pauline Baynes, The Man in the Moon came down too soon, tratta dalla prima edizione di The Adventures of Tom Bombadil (1962)}

 

Tratto da Il Libro dei Racconti Perduti – Parte I
Traduzione di Luca Manini

 

-Rúmil

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