Un canto di Aryador
Án léoþ Éargedores
Nelle valli di Aryador
Presso boscose rive ancor
Sono verdi rive e prati declinanti
Verso giunchi che frusciano mormoranti
Nel crepuscolo su Aryador:
“Odi le campanelle infinite
Di caprette sulle creste ardite
Dove la valle ruzzola giù dai pini?
Odi i boschi azzurri lamentarsi
Quando il Sole va senz’altri a rifugiarsi
A caccia d’ombre dei monti giù tra i pini?
Egli sui colli vagabonda invano
E lentamente si colma l’altopiano
Di gente delle ombre, tra le felci a sussurrare;
E là ancora campanelle infinite
E voci sulle creste ardite
Mentre a Est poche le stelle cominciano a brillare.
Uomini ora attizzano fuocherelli
Giù, lontano, tra rivi e ruscelli
Dove dimorano della costa fra i faggeti,
Ma i boschi grandi sulle alture
Guardano la luce che a ponente muore
E sussurrano al vento gli antichi segreti,
Di quando la valle nessuno conosceva,
Ma sola ruggendo l’acqua vi fremeva
E la gente delle ombre stava a danzar l’intera notte,
Mentre il Sole era in viaggio via lontano
Verso foreste inesplorate e fuori mano
E colmi erano i boschi di raggi erranti a frotte.
Voci sulle creste ardite
E spettrali campanelle erano udite
Mentre la gente delle ombre marciava per le vette.
Sui monti presso la riva allor
Nella scordata Aryador
C’era danza e musica si alzava;
La gente delle ombre intonava
Vecchi canti di Dèi antichi in Aryador.”
J. R. R. Tolkien
Lichfield, 12 settembre 1915

Tratto da Il Libro dei Racconti Perduti – Parte I.
Traduzione di Cinzia Pieruccini, riveduta e aggiornata in collaborazione con l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani.
-Rúmil