L'arpa non suonerà più, di Jenny Dolfen

Gli Strumenti Musicali

Origine di Arda – utilizzati da tutti i popoli liberi

 

La musica è un elemento cruciale nelle cronache degli Antichi Tempi. Non solo perché, ci viene raccontato, essa rappresentava occasione di diletto e di conforto in epoche oscure, ma anche perché l’intera struttura di Arda non è altro che la realizzazione di tre grandi temi musicali riuniti nella grande Melodia che chiamiamo Ainulindalë, realizzata dagli Ainur prima del tempo davanti al trono di Eru Ilúvatar.
E sebbene, com’è tramandato, Melkor e gli Ainur che egli trasse a sé inserirono nella Musica distorsioni e disaccordi, credendo ingenuamente di poter generare qualcosa che non provenisse da Eru stesso, pure la Grande Musica è a tutti gli effetti la scaturigine dell’esistenza stessa del Mondo, che l’Uno benedì e rese reale con una singola parola: “Eä”.

 

Oromë, di Anna Kulisz
Oromë, di Anna Kulisz

Musica e linguaggio si legano indissolubilmente nello sviluppo delle epoche e delle culture dei popoli di Arda, e rappresentano senza dubbio la cifra cruciale, il ritmo e la sostanza che guida le vicende del mondo, manifestandosi nelle storie di ogni popolo, ciascuno a suo modo e secondo la propria inclinazione.

Tutto, naturalmente, cominciò con i Valar: e fin dai primi secoli di Arda, è tradizione immaginarsi Ulmo suonare le sue grandi conchiglie bianche, gli Ulumúri, durante i propri spostamenti nelle profondità dei Mari, mentre Oromë usava il suo grande corno Valaróma, che si dice capace di superare ogni altro suono, durante la caccia.

 

Dai Valar, gli Eldar appresero molto riguardo alla musica e gli strumenti musicali. Lo strumento che più frequentemente è associato agli Elfi è senza dubbio l’arpa: quasi tutti i popoli elfici sono noti per averla suonata, dai Vanyar ai Noldor e i Teleri, e probabilmente anche i Nandor e gli Avari. Le versioni più antiche delle leggende ci raccontano inoltre che i Noldor facessero “molta musica”, grazie alla dolcezza non solo delle loro arpe, ma anche di strumenti simili alle viole. Durante la festa degli Anni della Doppia Gioia, i Teleri che vivevano sulle sponde del Mare erano inoltre soliti suonare bianchi flauti, il cui suono riecheggiava le onde e i suoni del mare. Altri strumenti usati dagli Elfi includono il flauto e le trombe, anche se queste ultime sono per lo più ricordate in contesti di battaglia, ove suonavano per spronare le truppe e confortare gli animi.

Più volte gli strumenti degli Eldar sono citati in momenti importanti delle antiche saghe: durante la ricerca di Maedhros nelle Montagne di Ferro, Fingon prese la sua arpa e intonò un bel canto di Valinor. Finrod Felagund, per guadagnarsi la fiducia del popolo di Bëor, entrò nel loro campo, prese un’arpa rozza lasciata da Bëor e suonò una musica che orecchio mortale non aveva mai udito.
Quando Elrond salpò verso Valinor dopo la Guerra dell’Anello, portò con sé un’arpa d’argento.

Durante la Prima Era, gli Uomini impararono dunque dagli Eldar un tipo di musica che non avevano mai udito, e impararono a padroneggiarla, così che già negli ultimi anni prima della Guerra d’Ira molti menestrelli Umani cantavano le gesta degli eroi nelle battaglie contro Morgoth (Dírhaval è quello probabilmente più celebre).
Nelle epoche successive, anche tra gli Uomini di Númenor si diffusero, insieme ad arpe e viole, anche gli strumenti a fiato come le trombe, sebbene non sia documentato un loro uso al di fuori di contesti bellici o istituzionali.

Spesso associati culturalmente agli Uomini, anche gli Hobbit nella Terza Era padroneggiavano buona parte degli strumenti utilizzati dagli altri popoli, sebbene con maggior frequenza in contesti ludici o di festeggiamento. Alla festa d’addio di Bilbo si udirono trombe e corni, pifferi e flauti, e altri strumenti musicali. Tra questi c’erano anche delle “sorprese musicali”, che contenevano strumenti in miniatura di perfetta fattura e suono incantevole, e campanelli.

 

La festa inattesa a Casa Baggins, di John Howe
La festa inattesa a Casa Baggins, di John Howe

Restano i Nani, che si dice con gli anni fossero diventati abilissimi nell’uso di ogni genere di strumento. Ne abbiamo una dimostrazione nel Libro Rosso, quando i Nani di Thorin si recano a Casa Baggins per l’inattesa festa che diede inizio agli eventi della Cerca di Erebor. Qui, si racconta, Fíli e Kíli suonarono violini, Dori Nori e Ori dei flauti, Bombur il tamburo, Bifor e Bofur i clarinetti, Dwalin e Balin le viole e Thorin un’arpa dorata.

Non sorprende dunque che nel tesoro di Smaug a Erebor, Fíli e Kíli trovarono molte arpe dorate con corde d’argento, strumenti magici che avevano il potere di restare sempre accordati. Perché grandi musiche e liete note sempre riempivano l’aria della dimore dei Signori dei Nani al tempo della loro grandezza.

 

Un’ultima nota va infine dedicata a Orchi, Goblin e Troll, le creature del nemico. Avevano anch’esse qualcosa che potremmo definire musica, per quanto grezza e sgraziata come tutte le loro opere? Certo sabbiamo che in battaglia, per ragioni spesso strettamente logistiche, gli orchi utilizzavano corni, trombe e tamburi, come segnale e come indicazione. Ma se essi traessero in qualche misura diletto dall’ascolto di suoni, e possedessero una cultura capace di riconoscere – dalla loro prospettiva – la bellezza nella musica, non è narrato negli antichi testi, né com’è logico, alcuno studioso, Umano o Elfo, ne ha mai parlato, attribuendo agli Orchi null’altro che l’interesse a soddisfare i propri bisogni terreni e l’odio nei confronti dei popoli liberi.

 

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