Non appena tutti furono riuniti in piedi in un ampio cerchio intorno a Barbalbero, si accese una strana, incomprensibile conversazione. Gli Ent si misero a mormorare a bassa voce: uno attaccò per primo, e gli altri si unirono a lui a poco a poco, fin quando non si udì che un’unica lenta salmodia, ora più forte da una parte del cerchio, ora attenuata, mentre ampiezza e volume crescevano dal lato opposto. Benché non riuscisse a cogliere né a comprendere alcuna delle parole pensò che doveva essere linguaggio entese Pipino fu sulle prime entusiasta del suono che udiva; ma gradualmente la sua attenzione scemò. Dopo molto tempo (e il canto non accennava a diminuire), incominciò a domandarsi se, essendo l’Entese una lingua così «poco frettolosa», stessero ancora dicendosi Buon giorno, e, qualora Barbalbero dovesse fare l’appello, quanto avrebbe impiegato per chiamarli tutti per nome. «Chissà come si dice sì e no in Entese», pensò, e fu colto da un lungo sbadiglio.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Barbalbero, The Entmoot by Michael Kaluta}
-Ancalagon