«Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror, Re sotto la Montagna!» disse il nano a voce alta, pieno di maestà nonostante i vestiti laceri e il cappuccio infangato. L’oro gli brillava attorno al collo e alla cintura; i suoi occhi erano scuri e profondi. «Sono ritornato. Voglio vedere il Governatore della vostra città».
Allora ci fu un’eccitazione incredibile. Alcuni dei più suggestionabili corsero fuori come se si aspettassero che la Montagna diventasse d’oro quella notte stessa e tutte le acque del lago si facessero gialle all’istante. Il capitano della guardia venne avanti.
«E questi chi sono?» chiese, indicando Fili, Kili e Bilbo.
«I figli della figlia di mio padre» rispose Thorin. «Fili e Kili, della stirpe di Durin, e il signor Baggins che ha viaggiato con noi dal lontano Occidente».
«Se venite in pace deponete le armi!» disse il capitano.
«Non ne abbiamo» disse Thorin, ed era abbastanza vero: i coltelli gli erano stati tolti dagli Elfi Silvani, assieme alla nobile spada Orcrist. Bilbo aveva la sua spada corta, nascosta come al solito, ma non disse niente al riguardo. «Non abbiamo bisogno di armi, noi che finalmente torniamo ai nostri possessi secondo l’antica profezia. Né potremmo combattere soli contro tanti. Portaci dal tuo signore!».
Lo Hobbit, Un’ Accoglienza Calorosa
finalmente torniamo ai nostri possessi photo by Movie Screencaps
-Thorin