Dài con generosità, ma dài solo il tuo

Codesto amico si chiamava Sador, ed era un famiglio al servizio di Húrin; era zoppo e tenuto in scarso conto. Era stato boscaiolo e per malasorte o per errore nel maneggiare la scure si era tagliato il piede destro, e la gamba mutila gli si era rattrappita; e Túrin lo chiamava Labadal, che vuol dire «saltellante», sebbene il soprannome non dispiacesse a Sador, essendo dettato da compassione e non da scherno. Sador lavorava nelle dipendenze a fabbricare o riparare cose di poco valore di cui fosse necessità in casa, avendo egli una certa abilità nel lavorare il legno; e Túrin gli portava ciò che gli abbisognava perché non gli si stancasse la gamba, e a volte veniva in segreto da lui con un arnese o un pezzo di legno che trovava incustodito, se pensava che potesse servire all’amico. Sador allora sorrideva, ma gli diceva di rimettere il dono al suo posto; «Dài con generosità, ma dài solo il tuo» diceva. Ricompensava come poteva la gentilezza del fanciullo, intagliando per lui figure di uomini e animali; ma Túrin soprattutto si deliziava ai racconti di Sador, che era stato giovane ai tempi della Bragollach e adesso amava indugiare sui brevi giorni della sua piena virilità, prima della mutilazione.

{J.R.R. Tolkien, Racconti Incompiuti, Il racconto dei figli di Húrin, L’infanzia di Túrin, Turin and Labadal by Catherine Karina Chmiel Website: Kasiopea Art}
-Lúthien Tinúviel

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