Qualcosa giungeva alle loro spalle. Non si riusciva a distinguere cosa fosse: era come una grande ombra, nel mezzo della quale si trovava una forma scura di dimensioni umane, o anche più grossa; potere e terrore parevano sprigionarsi da essa e precederla.
Giunse all’orlo della voragine di fuoco, e la luce s’offuscò, come se una nube vi si fosse posata sopra. Poi d’impeto varcò il baratro. Con un ruggito le fiamme s’innalzarono in segno di saluto, intrecciandosi intorno a lui; un fumo nero turbinò nell’aria. La criniera svolazzante dell’oscura forma prese fuoco, avvampando. Nella mano destra teneva una lama pari a un’acuminata lingua di fuoco, e nella sinistra una frusta dalle molte code.
«Ahi! Ahi!», gemette Legolas. «Un Balrog! E’ venuto un Balrog!».
Gimli guardava fisso con occhi sbarrati. «Il Flagello di Durin!», gridò, lasciando cadere la sua ascia e coprendosi il viso.
«Un Balrog», mormorò Gandalf. «Adesso capisco». Vacillò, e si sostenne faticosamente col bastone. «Che sorte malefica! Ed io sono già stanco».

{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Il Ponte di Khazad-dûm, Durin’s Bane by FedericoLucidi on DeviantArt}
– Ancalagon, Where once was Light now Darkness falls

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