Il ripiano del mobile bastava appena alla spada, lunga com’era. Appena portata all’aperto, la lama saltò fuori da sé fulmineamente. Giles l’agricoltore lasciò cadere il fodero come fosse rovente. Il pievano scattò in piedi, rovesciando il suo boccale di birra. Raccattò la spada da terra e cercò di riporla nel fodero; ma non v’era entrata di un palmo, che subito schizzava fuori di nuovo, se non la si tratteneva a forza.
— Cielo! Questo è molto strano! — disse il pievano, e guardò ben bene tanto il fodero che la lama. Era uomo di lettere, mentre l’agricoltore riusciva a stento a distinguere le lettere maiuscole, e non era nemmeno troppo sicuro della lettura del proprio nome. Questo il motivo per cui non aveva prestato la minima attenzione alle strane lettere che si potevano scorgere confusamente sulla guaina e sulla spada. Quanto all’armiere del Re, questi era così abituato alle iscrizioni runiche, a nomi e altri segni di potere e d’importanza sia sulle spade che sui foderi, che non ci aveva nemmeno badato: era roba d’altri tempi, comunque. Ma il pievano osservò a lungo, e aggrottò la fronte. S’era aspettato di trovare qualche scrittura o sulla spada o sulla guaina, ed era appunto l’idea che gli era venuta il giorno avanti; ma ora era sorpreso di ciò che vi scorgeva, poiché c’erano sì lettere e segni, certo, ma non ci trovava né capo né coda.
— C’è un’iscrizione su questa guaina, e qualche segno, ah, epigrafico, è visibile anche sulla spada, — disse.
— Davvero? — disse Giles. — E che cosa può significare?
— I caratteri sono arcaici e la lingua barbara, — disse il pievano, per guadagnar tempo. — Richiederà un esame un po’ più accurato. — Chiese in prestito la spada sino all’indomani, e l’agricoltore gliela lasciò con piacere.
{J. R. R. Tolkien, Il Cacciatore di Draghi, Lama donata da Bonifacius by Pauline Baynes}
-Ancalagon