Quando non rimase che cenere ognuno tornò al proprio paese, e Dàin Piediferro condusse il popolo di suo padre ai Colli Ferrosi. Allora Thràin, in piedi accanto alla grande asta, disse a Thorin Scudodiquercia: «Alcuni penserebbero che l’abbiamo pagata cara, questa testa! Per essa abbiamo rinunciato al nostro regno. Vuoi tornare con me all’ovile? O preferisci mendicare il tuo pane alla porta di ricchi alteri?».
«All’ovile», rispose Thorin. «Il martello manterrà forti e agili le mie braccia, in attesa di poter adoperare strumenti più micidiali».
E così Thràin e Thorin tornarono nel Dunland con i loro seguaci (fra i quali Balin e Glóin), ma poco dopo partirono nuovamente e vagarono nell’Eriador, finché stabilirono la loro dimora in esilio a est dell’Ered Luin, sulla riva del Luhun. Gli oggetti che crearono a quei tempi erano per lo più di ferro, ma essi ricominciarono a prosperare, e persino ad aumentare lentamente di numero*. Ma, come aveva detto Thrór, l’Anello aveva bisogno di oro per fare oro, ed essi ne avevano poco, come del resto scarseggiavano tutti gli altri metalli preziosi.
*Vi erano fra di essi assai poche donne. Dís, la figlia di Thràin, visse nell’Ered Luin e partorì Fili e Kili. Thorin invece non prese moglie.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendici, Il Popolo di Durin, Dís by radiorcrist}
– Ancalagon