la tua unica scusa è la poca intelligenza

Gimli si levò piantandosi sulle gambe divaricate: con la mano stringeva la sua ascia ed i suoi occhi scuri lanciavano fiamme. «Dimmi il tuo nome, o Signore di Cavalli, ed io ti dirò il mio, e altre cose ancora», disse.
«Quanto a ciò», ribatté il Cavaliere abbassando sul Nano uno sguardo corrucciato, «tocca allo straniero presentarsi per primo.…

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