pugnali dalla lama a forma di foglia

 «Guardate!», esclamò Aragorn. «Ecco qualcosa di molto eloquente!». Estrasse dalla pila di tetre armi due pugnali dalla lama a forma di foglia, damascati di rosso e oro; cercando più minuziosamente rinvenne anche le guaine nere, incastonate di piccole gemme rosse.
 «Questi non appartenevano certo agli Orchi!»
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Bilbo era scappato appena in tempo!

Il povero piccolo Bilbo fu quasi lasciato indietro un’altra volta! Fece appena in tempo ad attaccarsi alle gambe di Dori, che fu portato via per ultimo; e insieme si innalzarono sopra il tumulto e l’incendio, Bilbo che ondeggiava in aria con le braccia che quasi gli si spezzavano.
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Allora cominciamo col fare ciò ch’è indispensabile

 «Allora cominciamo col fare ciò ch’è indispensabile», disse Legolas. «Non abbiamo né il tempo né gli utensili necessari per seppellire profondamente il nostro compagno o per ricoprirlo con un tumulo. Potremmo erigere un monticello di pietre».
 «Sarebbe un lavoro lungo e pesante: i sassi si trovano soltanto sulla riva», ribatté Gimli.
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Forte gridò il Signore delle Aquile

Dagli Orchi si levò un urlo di sorpresa e di rabbia. Forte gridò il Signore delle Aquile, con cui Gandalf aveva appena parlato. I grandi uccelli che erano con lui si precipitarono indietro, e scesero come grosse ombre nere. I lupi ulularono e digrignarono i denti; gli Orchi urlarono e batterono i piedi per la collera, e invano scagliarono in aria le loro lance pesanti.
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Dobbiamo fare una scelta difficile!

 «Innanzi tutto dobbiamo pensare al caduto», disse Legolas. «Non possiamo abbandonarlo come una carogna in mezzo a questi immondi Orchi».
 «Ma dobbiamo agire con rapidità», disse Gimli. «A lui non piacerebbe che perdessimo tempo. Dobbiamo seguire gli Orchi, se vogliamo sperare ancora che qualcuno dei nostri compagni prigionieri sia ancora vivo».
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Ma non fece mai quel balzo

Allora Gandalf si arrampicò in cima all’albero. Un improvviso splendore si sprigionò come un fulmine dal suo magico bastone, mentre egli si preparava a saltar giù dall’alto, proprio in mezzo alle lance degli Orchi. Questa sarebbe stata la fine per lui, anche se probabilmente ne avrebbe uccisi molti schiantandosi al suolo come una saetta.
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Ya hoy!

Incendia felci, incendia piante!
Fanne una torcia ben sfolgorante
che renda il cuor della notte festante,
Ya hey!
Cuocili e tostali da bravo cuoco
finché le barbe prendano fuoco;
gli occhi son vitrei, la pelle rotta,
la chioma puzza, com’è ridotta!
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Già quindici uccelli su abeti posati

Egli poté udire gli Orchi intonare un’orribile canzone:
Già quindici uccelli su abeti posati,
dal vento infocato son stati spennati!
Mancavan le ali a quegli uccellini!
Che cosa facciamo di questi cosini?
Mangiarli arrostiti, passati al tegame,
bolliti, conditi o stufati?
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Bilbo aveva gli occhi pieni di fumo

Alcuni riunirono tutti i lupi in un branco. Altri ammucchiarono felci e sterpi attorno ai tronchi degli alberi. Altri corsero intorno pestando e battendo i piedi, battendo i piedi e pestando, finché quasi tutte le fiamme non furono spente, tranne quelle vicine agli alberi dove stavano i Nani.
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fecero un piano che parve loro molto divertente

Poi d’un tratto sopravvennero gli Orchi, urlando e correndo. Credevano che si stesse svolgendo una battaglia coi boscaioli; ma presto vennero a sapere che cosa fosse realmente accaduto. Alcuni di essi si sedettero e si misero addirittura a ridere. Altri scuotevano le lance e battevano le aste contro gli scudi.
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