Non lasceremo mai Frodo!

 «È una cosa che non può andare!», gridò Merry. «Non lasceremo mai Frodo! Pipino ed io abbiamo sin da principio seguito Frodo, e non intendiamo rinunciarvi adesso. Prima però non ci rendevamo conto del pericolo; tutto pareva diverso, lontano, nella Contea o a Gran Burrone.
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Perché esitava tanto?

 Gli altri rimasero a lungo sulla riva del fiume. Da principio silenziosi, agitandosi irrequieti, ma poi si sedettero in cerchio a parlare. Di tanto in tanto si sforzavano di cambiare argomento, e di chiacchierare del lungo viaggio e delle numerose avventure; interrogando Aragorn sul reame di Gondor, e sulla sua storia passata, chiedendogli informazioni sui resti delle grandi opere ancora visibili in quella strana terra di confine chiamata Emyn Muil: i re di pietra, i seggi di Lhaw e di Hen, la grande Scalinata accanto alle cascate di Rauros.
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Partirò da solo, immediatamente

 Frodo si alzò in piedi. Si sentiva sfinito, ma la sua volontà era tenace ed il suo cuore più leggero. Parlò ad alta voce con se stesso.
 «Ora farò il mio dovere», disse. «Una cosa perlomeno è palese: la malvagità dell’Anello sta incominciando ad intaccare persino l’integrità della Compagnia; è indispensabile che l’Anello si allontani da loro, prima che la situazione peggiori.
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È pronto il nostro pranzo?

 Una porta si aprì e Tom Bombadil entrò. Non portava più il cappello, e foglie autunnali incoronavano la sua folta capigliatura castana. Rise, e avvicinatosi a Baccador le prese una mano. «Ecco la mia bella dama!», disse, inchinandosi davanti a lei.
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