Il volo finì appena in tempo, per lui, proprio un istante prima che le braccia gli cedessero. Lasciò le gambe di Dori con un rantolo e cadde sulla piattaforma sassosa di un nido d’aquila. Lì giacque senza parlare, e i suoi pensieri erano un misto di sorpresa, per l’essere stato salvato dal fuoco, e di paura, paura di cadere nelle tenebre profonde che circondavano quel posto angusto. A quel punto si sentì veramente la testa tutta stordita, dopo le tremende avventure degli ultimi giorni, passati senza aver mangiato quasi niente, e si trovò a dire ad alta voce: «Adesso so come si sente un pezzo di pancetta quando viene improvvisamente tirato fuori dalla padella con una forchetta e rimesso in dispensa!».
«Non sai proprio niente!» udì che gli rispondeva Dori «perché la pancetta sa che presto o tardi tornerà in padella; mentre è sperabile che così non succeda a noi. E poi le aquile non sono forchette!».
«Oh no! non sono per niente delle ochette – forchette, voglio dire!» farfugliò Bilbo, rizzandosi a sedere e guardando ansiosamente l’aquila che stava posata lì accanto. Si chiese se avesse detto qualche altra sciocchezza, e se l’aquila si fosse offesa. Non è molto saggio offendere un’aquila, quando si ha solo la taglia di uno Hobbit e ci si trova di notte nel suo nido!
L’aquila si limitò ad affilare il becco su una pietra e a lisciarsi le penne, ignorandolo.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Dalla Padella alla Brace, The Hobbit – Out of the frying-pan by Riana-art on DeviantArt}
-Ancalagon