
Percorrendo il cammino degli Elfi nel corso dei primi secoli della loro presenza in Arda, stiamo di pari passo facendo un viaggio nella loro storia linguistica. Dopo aver visto, la scorsa volta, come un folto gruppo di Eldar si fosse staccato, formando la schiera dei Nandor, torniamo ora al gruppo principale: come i Teleri, ritardatari rispetto a Vanyar e Noldor, avendo superato gli Hithaeglir (le Montagne Nebbiose) con molti anni di stacco, giunsero infine nel Beleriand, ecco che avvenne la terza scissione.
E la storia l’abbiamo già accennata: il signore dei Teleri Elwë, mentre si trovava nei boschi del Beleriand, incontrò Melian la Maia e, innamoratosene perdutamente, rinunciò a tornare in Occidente e decise di stabilirsi lì con Melian e fondare un proprio dominio. Molti dei suoi si trattennero nella regione, cercandolo, e una volta trovatolo restarono come suoi sudditi, costituendo il popolo dei Sindar, gli Elfi Grigi.
Altri Teleri attardatisi, si innamorano a tal punto delle coste della Terra-di-Mezzo da non volersene più separare, e furono questi i Falathrim. Abbiamo già esaminato precedentemente le numerose varianti e ramificazioni del Sindarin, lingua che finirà per diventare egemone tra tutti gli idiomi elfici delle Grandi Terre, e influenzare tanto i dialetti nandorin quanto la lingua dei Noldor in esilio.
Il resto della schiera dei Teleri dunque, guidato dal fratello di Elwë, Olwë, restio a separarsi definitivamente dalle schiere amiche di Vanyar e Noldor, già partiti per Valinor sull’Isola-traghetto disancorata appositamente dai Valar, attese il ritorno di questa, trascinata da Ulmo, e salpò infine dalle coste della Terra-di-Mezzo.

Giunsero così sulle coste di Aman, nella Baia di Eldamar, finalmente tutte e tre le schiere: Vanyar e Noldor per primi, e Teleri per secondi. * Ciascuna di queste aveva il proprio idioma, tutte evoluzioni della matrice Eldarin Comune; molto simili Vanyar e Noldor (ed è questo il Quenya, ovvero la forma matura della lingua degli Alti Elfi; sebbene dopo la fuga dei Noldor le differenze tra Vanyarin e Noldorin verranno accentuate), leggermente diverso il Telerin, anche a causa della loro diversa dimora.
I Teleri infatti, per amore del mare, non vollero andare a vivere nella città di Tirion che Vanyar e Noldor stavano edificando nel passo di Calacirya, in mezzo alle montagne Pelóri, ma preferirono piuttosto abitare in un primo momento sull’Isola che aveva fatto loro da traghetto per giungere in Occidente (ed è questa Tol Eressëa, l’Isola Solitaria), e in seguito chiedere e ottenere il permesso dai Valar di costruire la propria città sulle coste del Mare, non lontano dall’ingresso del Reame Beato, che era loro aperto, ma in un luogo dove potessero ancora ammirare la luce delle stelle, cui erano molto devoti, senza che questa fosse offuscata dallo splendore degli Alberi: e fu questo il porto di Alqualondë. I Teleri che qui si stabilirono erano detti Falmari, ovvero “popolo dell’onda”.
Come ormai tradizione, chiudiamo questa parte con qualche esempio testuale in Telerin, e si dà il caso che di questo idioma Tolkien ha lasciato anche qualche esempio più strutturato, un piccolo corpus, che ci consente di valutare le differenze con il Quenya non solo nel raffronto tra singoli termini, ma anche con frasi complete.
Telerin
Esempio classico, e che ci rimanda immediatamente alla versione Quenya di questa frase, che abbiamo già citato, è la celebre forma augurale (“Una stella brilla sull’ora del nostro incontro!”):
Él síla lúmena vomentienguo!
Oppure la frase (dal significato “Il mio cuore mi dice”):
Óre nia pete nin.
Confrontiamola con le sue versioni Quenya e Sindarin:
órenya quetë nin. [Quenya]
guren bêd enni. [Sindarin]
Con questo abbiamo terminato un excursus generale sulla Grande Marcia degli Elfi. Da questo momento in avanti questa sarà la distribuzione delle tre lingue principali: il Quenya sarà la lingua principale degli Alti Elfi di Valinor, il Telerin sarà la lingua maggiormente utilizzata dai Falmari, il Sindarin prenderà sempre più piede, con tutte le varianti che abbiamo precedentemente esaminato, in tutta la Terra-di-mezzo.
Gli eventi narrati nel seguito del Silmarillion, che come sappiamo infrangeranno quest’epoca di pace e assestamento (anche dal punto di vista linguistico), porteranno alla fuga dei Noldor e il loro ritorno nel Beleriand.
Thingol Grigiomanto del Doriath, avvelenato con la stirpe di Fëanor per via del Fratricidio di Alqualondë, porrà un bando all’utilizzo del Quenya nel Beleriand, pertanto i Noldor dismetteranno pian piano il dialetto Noldorin del Quenya ** e cominceranno a comunicare con gli Elfi Moriquendi, e perfino tra loro, in Sindarin. Il Quenya, come abbiamo ricordato, sarà da quel momento per gli Alti Elfi tornati nella Terra-di-mezzo, una lingua del passato appannaggio degli studiosi, un “latino Elfico”, doloroso ricordo del loro paradiso perduto, e resterà solo in quanto lingua cerimoniale o poetica, nei resoconti dei saggi, nei canti e nei racconti.
*Secondo gli Annali di Aman (da Morgoth’s Ring) era l’Anno dei Valar 1151, quando l’ultimo Elda giunse in Valinor. Il Grande Viaggio era durato complessivamente quasi mezzo millennio.
**Da non confondere con l‘Antico Noldorin (o Ñoldorin) inteso come precursore del Sindarin, nella concettualizzazione intermedia delle lingue di Tolkien; vedi qui per approfondire.
Bibliografia di riferimento e opere citate:
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The Silmarillion (1977), ed. Christopher Tolkien.
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The Etymologies (1937-38) tratto da The Lost Road and other writings (1987) ed. Christopher Tolkien.
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The Annals of Aman (1958) tratto da Morgoth’s Ring (1993) ed. Christopher Tolkien.
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Quendi & Eldar (1959-60) tratto da The War of the Jewels (1994) ed. Christopher Tolkien.
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Le lingue degli Elfi della Terra di Mezzo. Vol. I: storia e sviluppo delle lingue elfiche di Arda (2016) di Gianluca Comastri.
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Vinyar Tengwar #41 (2000) ed. Carl F. Hostetter.
Sitografia:
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Ardalambion/Telerin. https://ardalambion.net/telerin.htm
/Old Sindarin. https://ardalambion.net/oldsind.htm
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Parf Edhellen. https://www.elfdict.com/ Dizionario e fraseologia online delle lingue Elfiche.
– Rúmil