Fu quindi la volta di Cirion il quale […] levò la voce e disse in Quenya:
Vanda sina termaruva Elenna·nóreo alcar enyalien ar Elendil Vorondo voronwë.
Nai tiruvantes i hárar mahalmassen mi Númen ar i Eru i or ilyë mahalmar eä tennoio.
E poi ancora, nella Lingua Corrente:
Questo giuramento resterà, a memoria della gloria della Terra della Stella e della fedeltà di Elendil il Fedele, affidato a coloro che siedono sopra i troni dell’ovest e dell’Uno che è per sempre al di sopra di tutti i troni.
(Racconti Incompiuti, Parte Terza, Cap. II “Cirion ed Eorl e l’amicizia di Gondor e Rohan”)

L’ultimo esempio di corpus Quenya in prosa che vorrei proporre in questa breve lista è appunto il giuramento che Cirion, Sovrintendente Reggente di Gondor, prestò a Eorl e al popolo degli Éothéod nel 2510 T.E., come ringraziamento per l’aiuto da loro offerto nella Battaglia del Campo di Celebrant.
Il mutuo giuramento (anche Eorl ne aveva pronunciato uno) implicava un’alleanza militare contro “l’Ombra dell’Est”, ma diede del pari inizio a una relazione di amicizia tra le due nazioni, e comportò che il territorio del Calenardhon fosse donato agli Éothéod, mettendo così finalmente in sicurezza le frontiere settentrionali di Gondor, che sempre più spesso erano ormai diventate oggetto di contesa e invasioni da parte dei nemici del Regno.
Non è un caso che Tolkien faccia suggellare questo accordo attraverso una solenne formula in Alto-Elfico: il tema del giuramento è molto importante nell’epica tolkieniana, e trae le sue caratteristiche direttamente dalla cultura latina (l’inviolabile ius iurandum, parte integrante del complesso di norme e precetti sociali detto mos maiorum, “costume degli antenati”).
Per l’analisi linguistica mi rifaccio direttamente alla nota di Tolkien che Christopher riporta in calce al capitolo (nota 43). La riporto integralmente:
Vanda: giuramento, impegno, promessa solenne.
ter-maruva: ter, «attraverso»; mar-, «dimorare, essere stanziato o stabilito»; al futuro.
Elennanóreo: genitivo, dipendente da alcar, di Elenna-nóre, «la terra chiamata dei Guardiani della Stella».
alcar: «gloria».
enyalien: en-, «di nuovo», yal-, “chiamare», all’infinito (o al gerundio) en-yalië, qui al dativo «per il richiamare», ma agente su un oggetto, alcar: sicché, «richiamare ovvero “commemorare” la gloria».
Vorondo: genitivo di voronda, «costante nella lealtà, nel mantenere il giuramento o la promessa, fedele»; aggettivi usati come un «titolo» o attributo di un nome frequentemente impiegato sono posti dopo il nome e, come è comune nel Quenya nel caso di due nomi declinabili in opposizione, soltanto l’ultimo è declinato. [Secondo un’altra interpretazione, l’aggettivo sarebbe vórimo, genitivo di vórima, con lo stesso significato di voronda.]
voronwë: «fermezza, lealtà, fedeltà», l’oggetto di enyalien.
Nai: «essendo che, può darsi che»; Nai tiruvantes: «posto che essi lo vigilino», vale a dire «possano essi vigilarlo» (-nte, inflessione della terza persona plurale, non essendo precedentemente menzionato nessun soggetto).
i hárar: «coloro che siedono sopra».
mahalmassen: locativo plurale di mahalma, «trono».
mi: «nel».
Númen: «Ovest».
i Eru i: «l’Uno che».
eä: «è».
tennoio: tenna «fino a, finché», oio, «un periodo senza fine»; tennoio: «per sempre».
Qualche solita nota d’integrazione: in particolare sulla costruzione “ottativa” nai tiruvantes.
Nai è una particella derivante sicuramente dal verbo “essere” ná-, e svolge una funzione analoga a εἴθε, ὡς o εἰ γάρ in Greco Antico, ovvero introduce un’espressione desiderativa (che esprime auspicio).
Per quanto riguarda tiruvantes, non è dissimile dal sintagma laituvalmet che abbiamo analizzato un paio di appuntamenti fa; scomponiamolo anche questa volta: tir-uva-nte-s.
(1) Tema (radice) del verbo tír- “osservare” + (2) suffisso per la formazione del futuro -uva + (3) pronome di 3ª persona plurale (-n)te, che, come Tolkien puntualizza, specifica il soggetto della proposizione ottativa, ed è ricondotto a “coloro che siedono sui troni” + (4) desinenza di 3ª persona singolare -s con funzione di complemento oggetto.
Questa terminazione (-n)tes è del tutto analoga, come dicevamo, a (-l)met dell’altro esempio: i pronomi con funzioni rispettivamente di soggetto e complemento oggetto si agglutinano al tema verbale.
Prima di passare al corpus Sindarin vorrei, dal nostro prossimo appuntamento, soffermarmi su alcuni dei brani in poesia più celebri tra le composizioni in Quenya del Professore.
Probabilmente tra i passi in lingua Elfica più caratteristici e memorabili di tutta la sua costruzione linguistica (e folkloristica), ci permetteranno anche di accennare qualche riflessione sulla musicalità (e la fonologia) del Quenya.
Come sempre, ecco la trascrizione in Tengwar:
.
aG7G`N5 `C6 `V`N6j
yE2# IT5# 1R6t#7JyE `Vj$5# 5~N7R`N `CjaD6 `V5Ì#j%`V5
`C6 `Vj$2%j yH7H2^ yH7H5n R-
5#`B 1T7JJyE4$* `C6 9~C7D6 t#9Cjt#,R5
t% 5~Mt$5 `C6 `B
`V7J `B `N6 `Bj´$ t#9Cjt#6 `F`C 1R5:lH`N ˆ
.
[Il Giuramento di Cirion, trascritto in Tengwar (font: Tengwar Annatar)]
Bibliografia di riferimento:
-
Unfinished Tales of Númenor and Middle-earth (1980) by J. R. R. Tolkien, ed. Christopher Tolkien.
-
Le Lingue degli Elfi della Terra-di-Mezzo, Vol. I: storia e sviluppo delle lingue elfiche di Arda (2016) di Gianluca Comastri.
Sitografia:
-
Eldamo.org
/Subject suffixes https://eldamo.org/content/words/word-1020286637.html
/Object suffixes https://eldamo.org/content/words/word-4071776673.html
-Rúmil