la Contea non sarà certo più un rifugio

Ma Ombromanto rallentò l’andatura e camminando al passo levò alto il capo e nitrì. Dall’oscurità gli rispose il nitrire di altri cavalli, seguito dallo scalpitare di zoccoli. Tre cavalieri apparvero e scomparvero nuovamente come fantasmi alati verso occidente. Ombromanto allora ripartì veloce, squarciando la notte e il ruggito del vento. Pipino si sentì vincere dalla sonnolenza; non riusciva a seguire Gandalf che gli spiegava gli usi di Gondor, e perché il Signore della Città avesse fatto costruire dei fari sulla vetta dei colli circostanti, ove manteneva postazioni fornite di cavalli sempre freschi e pronti a condurre i suoi messaggeri su nel Nord a Rohan, o al Sud a Belfalas. «Da molto tempo non venivano accesi i fuochi del Nord», disse Gandalf; «nei tempi che furono Gondor non ne aveva bisogno, poiché possedeva le Sette Pietre». Pipino si agitò inquieto. «Dormi pure e non temere!», lo esortò lo stregone. «Non sei diretto a Mordor come Frodo, bensì a Minas Tirith, ove sarai al sicuro, ammesso che vi sia sicurezza in questi tempi. Se Gondor cade o se l’Anello viene catturato, la Contea non sarà certo più un rifugio».

 

{J.R.R. Tolkien, Il Signore Degli Anelli, Minas Tirith, photo by Movie Screencaps}

-Lúthien Tinúviel

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