«Dunque, dov’ero arrivato?», disse l’oste, interrompendosi e facendo schioccare le dita. «Ah sì! Il vecchio Gandalf. Tre mesi fa entra nella mia camera senza nemmeno bussare. Omorzo, dice, io parto domattina. Mi puoi fare un grande favore? Di’ soltanto che cosa, e sarà fatto, rispondo io. Ho molta fretta, dice lui, e non ho tempo di portare io stesso questo messaggio nella Contea. Hai qualcuno fidato da mandare? Posso trovare qualcuno, dico io, domani forse, o dopodomani. Più presto è meglio è, dice e mi dà la lettera. E’ indirizzata con molta precisione», disse il signor Cactaceo, estraendo una lettera dalla tasca e leggendo l’indirizzo lentamente e fieramente (teneva molto alla propria reputazione di uomo colto):
SIG. FRODO BAGGINS, CASA BAGGINS, HOBBIVILLE nella CONTEA.
«Una lettera per me da parte di Gandalf!», gridò Frodo.
«Ah!», disse il signor Cactaceo. «Ma allora il vostro vero nome è Baggins?».
«Sì», rispose Frodo, «e farete bene a darmi immediatamente quella lettera e a spiegarmi perché non me l’avete mandata. Forse eravate venuto a dirmi questo, ma ci è voluto un bel po’ per arrivare al sodo».
Il povero signor Cactaceo pareva molto turbato. «Avete ragione, signore», disse, «e vi chiedo perdono. Sono spaventato morto di quel che dirà Gandalf, se succede qualche guaio. Ma non l’ho fatto apposta. L’ho messa al sicuro, e poi non son riuscito a trovare nessuno disposto ad andare nella Contea né l’indomani, né il giorno seguente, e tutti i miei familiari avevan troppo da fare. Insomma, una cosa e un’altra, finché mi passò completamente dalla testa. Sono un uomo indaffarato. Farò quel che posso per aggiustare le cose, e se posso aiutarvi, vi prego di dirmelo… Lasciando stare la lettera, io ho dato a Gandalf la mia parola. Omorzo, mi disse, questo mio amico della Contea potrebbe passare da queste parti tra non molto tempo, in compagnia di qualcheduno. Si farà chiamare Sottocolle. Mi raccomando, ricordatene! Ma non fargli domande. E se io non sono con lui, può darsi che sia in difficoltà, e che abbia bisogno d’aiuto. Fa’ tutto quel che puoi per lui, e te ne sarò grato, mi disse. Ed eccovi, e a quanto pare il pericolo è vicino».
«Che intendete dire?», chiese Frodo.
«Quegli uomini neri», disse l’oste abbassando la voce. «Stanno cercando Baggins, e se le loro intenzioni sono buone, allora io sono un Hobbit. E’ successo lunedì, con tutti i cani che guaivano e le oche che gridavano. Segno nefasto, dissi. Venne Nob a dirmi che c’erano alla porta due uomini neri che chiedevano di un Hobbit di nome Baggins. A Nob i capelli si erano rizzati in testa. Cacciai via quei tipi neri sbattendogli la porta in faccia. Ma ho sentito dire che sono andati fino ad Arceto, chiedendo a tutti la stessa cosa. E anche quel Ramingo, Grampasso, ha fatto un sacco di domande. Figuratevi che cercava persino di venire qui da voi prima che aveste messo un boccone in bocca, cercava…».
«Infatti cercava!», disse improvvisamente Grampasso, mettendosi in luce. «E avremmo potuto evitare tanti guai, se tu non glielo avessi impedito, Omorzo».
L’oste trasalì. «Tu!», esclamò. «Sei sempre in mezzo ai piedi! Ora che cosa vuoi?».
«E’ qui col mio permesso», disse Frodo. «E’ venuto a offrirci il suo aiuto».
«Be’, suppongo che sappiate quel che fate», disse il signor Cactaceo, guardando Grampasso sospettosamente. «Ma se io fossi nei vostri panni, non mi porterei dietro un Ramingo».
«E allora chi ti porteresti dietro?», chiese Grampasso. «Un oste basso e grasso che si ricorda soltanto del proprio nome perché la gente glielo grida dalla mattina alla sera? Non possono rimanere al Puledro Impennato per tutta la vita. Una lunga strada li attende. Vuoi accompagnarli tu, e difenderli dagli uomini neri?».
«Io? Lasciare Brea? Non lo farei per tutto l’oro del mondo!», disse il signor Cactaceo, con un’aria molto spaventata. «Ma perché non ve ne state un po’ qui tranquillo, signor Sottocolle? Cosa sono tutti questi strani avvenimenti? Chi sono questi uomini neri, cosa cercano e da dove vengono?».
«Mi dispiace di non potervelo spiegare», rispose Frodo. «Sono stanco e preoccupato, ed è una storia lunga. Ma se avete intenzione di aiutarmi, devo dirvi che fin quando io sarò in questa casa, voi sarete in pericolo. Questi cavalieri Neri credo, non ne son sicuro, ma temo proprio che vengano da…».
«Vengono da Mordor», disse Grampasso a voce bassissima. «Da Mordor, Omorzo, se ciò ti dice qualcosa».
«Santo cielo!», gridò il signor Cactaceo impallidendo; il nome gli era evidentemente familiare. «E’ la peggior notizia ch’io abbia mai sentito in Brea!».
«Lo è», disse Frodo. «Siete ancora disposto ad aiutarmi?».
«Certo», rispose il signor Cactaceo. «Ora più che mai. Benché non sappia cosa possa fare uno come me contro… contro…», non riuscì a finire.
«Contro l’Ombra dell’Est», disse piano Grampasso. «Non molto, Omorzo, ma ogni piccolo aiuto può essere utile. Puoi far rimanere il signor Sottocolle qui per questa notte quale signor Sottocolle, e puoi dimenticare il nome Baggins, finché egli non è molto lontano».
«Lo farò», disse Cactaceo
{JRR Tolkien, Il signore delgi anelli, la compagnia dell’anello
Omorzo Cactaceo, Aragorn (facepalm) from p. jackson movie }
-Stella del Vespro