il pensiero gli infuse coraggio

Benché la sua paura fosse così grande che pareva formar parte integrante dell’oscurità che lo circondava, si sorprese a pensare a Bilbo Baggins e alle sue storie, alle loro lunghe passeggiate per i viottoli della Contea, alle interminabili conversazioni su strade e avventure. C’è un seme di coraggio nascosto (a volte molto profondamente, bisogna dire) nel cuore dell’Hobbit più timido e ciccione, un seme che qualche pericolo fatale farà germogliare. Frodo non era né molto grasso, né molto timido; anzi, benché egli stesso non lo sapesse, Bilbo (ed anche Gandalf) l’aveva sempre considerato il miglior Hobbit della Contea. Credette di esser giunto al termine della sua avventura, una fine tragica e terribile, ma il pensiero gli infuse coraggio. Sentì i suoi muscoli tendersi e irrigidirsi, come pronti al balzo finale: non era più inerte come una vittima senza scampo. Mentre giaceva per terra, riflettendo e raccogliendo le proprie forze, si rese conto d’un tratto che l’oscurità si stava lentamente sbiadendo e che una pallida luce verdolina si diffondeva intorno a lui. In un primo momento essa non gli fu di alcun aiuto per scoprire in qual posto si trovasse, poiché sembrava emanare dal suo corpo e dal terreno intorno e non aveva ancora raggiunto le pareti o il soffitto.

 

{J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Nebbia sui Tumulilande, Down with the Barrow-Wights by FrerinHagsolb on DeviantArt}
-Lúthien Tinúviel

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