«E quale dono un Nano gradirebbe ricevere dagli Elfi?», domandò Galadriel rivolgendosi a Gimli.
«Nessuno, mia Dama», rispose Gimli. «E’ per me un regalo sufficiente l’aver veduto la Dama dei Galadhrim, e udito le sue dolci parole».
«Ascoltate tutti, voi Elfi!», gridò Galadriel a coloro che le stavano intorno. «Che nessuno osi mai più dire che i Nani sono cupidi e sgarbati! Eppur sono certa, Gimli figlio di Glóin, che tu desideri qualcosa. Esprimi codesto desiderio, ti prego! Non voglio che tu sia l’unico ospite senza un mio dono».
«Non vi è nulla ch’io desideri, Dama Galadriel», disse Gimli con un profondo inchino e balbettando. «Nulla, eccetto forse… eccetto, se mi è permesso chiedere, anzi, esprimere il desiderio, un capello della tua chioma, che eclissa l’oro della terra, come le stelle eclissano le gemme delle miniere. Io non chiedo un tale dono, ma tu mi hai ordinato di esprimere il mio desiderio.
Lo custodirei come un tesoro, mia Dama, in memoria delle parole che mi rivolgesti il giorno del nostro primo incontro. E se mai dovessi tornare nelle fucine della mia terra, lo farei incastonare in cristallo inalterabile, ed esso sarebbe al tempo stesso prezioso ricordo di famiglia, e pegno di benevolenza fra la Montagna e la Foresta sino alla fine dei tempi».
La Dama disfece allora una delle sue lunghe trecce, e tagliò tre capelli d’oro che pose nella mano di Gimli. «Il dono sarà accompagnato da queste mie parole», disse. «Non predico il futuro, perché ogni profezia è vana: da un lato vi è l’oscurità, e dall’altro solo speranza. Ma se la speranza dovesse non morire, io dico a te, Gimli figlio di Glóin, che nelle tue mani l’oro scorrerà a flutti, eppur non avrà mai su di te alcun dominio»
{J.R.R. Tolkien, Il Signore degli anelli, la compagnia dell’anello
Galdriel, by E. Kukanova, Gimli from P.Jackson movie trilogy}
-Stella del Vespro

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