Kôr
In una città perduta e morta
Un gigantesco e nero colle, incoronato di bastioni,
s’erge e tutt’attorno guata per un azzurro mare,
sotto un azzurro cielo, e sullo scuro suo terreno,
pari a perle sparse su un pavimento di porfido,
rilucono templi di marmo bianco e abbaglianti sale;
e fulve ombre dalle lunghe dita appaiono
in mosse strisce sulle pareti d’avorio,
presso a grandi alberi che affondan le radici
nella roccia, là, nell’ombra,
come pilastri di pietra cesellata che reggano la volta
con fusto e capitello di basalto nero.
Là, obliati giorni lentamente falciano, in eterno,
le silenziose ombre che contano le ricche ore una a una;
non s’ode voce; e le torri di marmo, tutte,
bianche, calde e silenti, ardono per sempre, e dormono.
J. R. R. Tolkien
30 aprile 1915

Tratto da Il Libro dei Racconti Perduti – Parte I.
Traduzione di Luca Manini.
-Rúmil