L'EVOLUZIONE DELLA LEGGENDA - I. Poesia dalla History of Middle Earth [15] Tha Eadigan Saelidan: The Happy Mariners

I felici marinai

(1)

Conosco una finestra in una torre a occidente:
s’apre essa su mari celestiali,
e il vento che ha soffiato attorno alle stelle
s’accomoda tra i suoi smossi arazzi.
È una torre bianca edificata sulle Isole del Crepuscolo,
ove la Sera per sempre siede nell’ombra;
balugina come una guglia di solinga perla
che riflette raggi smarriti e luci che fievoli si fanno;
e il mare sciaborda attorno alla scura roccia ove essa s’erge
e navi fatate vi passano innanzi dirette a terre brune
che, accoste l’una all’altra, brillano nel buio
con tesori di scintille d’orientale fuoco
che i tuffatori vinsero nelle acque dell’ignoto Sole –
e, forse, è una vibrante arpa d’argento
o l’eco delle voci di grigi marinai
che galleggia tra le ombre del mondo
in una barca senza remi e con le vele non distese;
ché, spesso, pare là risuonino passi e canti,
o il crepuscolare baluginio di un gong che trema.

Oh felici marinai che fate un lungo viaggio
verso le grandi porte delle prode d’Occidente,
ove balzano, lontano, stellanti fontane,
che poi s’abbattono alle porte della Notte dalla testa di drago,
in spuma di stelle che scintillando cade nel mare.
Mentr’io, solitario, scruto dietro la Luna
dalla mia torre e bianca e ventosa,
voi non v’arrestate un momento, non attendete un’ora,
ma, cantando frammenti d’una mistica melodia
passate per le ombre e in mari perigliosi,
oltre terre senza sole, verso fatate lande erbose
dove le stelle sul muro azzurro dello spazio
s’intricano, esplodono e s’aggrovigliano.
Voi seguite Earendel per l’Occidente,
il luminoso marinaio, verso Isole benedette:
mentre da oltre quel tetro ciglio
ritorna un vento che scuote questi vetri di cristallo
e mormora magicamente di piogge d’oro
che eterne cadono in quegli opachi spazi.

(2)

Conosco una finestra in una torre a occidente,
che s’apre su mari celestiali,
e là, da mura di buio dietro le stelle,
sempre soffia un’acuta e fredda brezza che non è terrena.
È una torre bianca edificata sulle Isole del Crepuscolo
e, sorgendo dalla loro ombra che non conosce fine,
essa riluce come una casa di solinga perla,
dove, prima di svanire, trovan rifugio, meste luci.

Onde che mai hanno riposo ne bagnano i piedi.
Passano là navi silenti diretta all’Occidente,
che, accoste l’una all’altra, brillano nel buio
con tesori di scintille d’orientale fuoco
che i tuffatori vinsero
nelle acque dell’annunciato Sole.
Vibra là, talvolta, in basso, un’argentea arpa,
che tocca il cuore con musica improvvisa e acuta;
o lungi, sotto montagne ripide e alte,
echeggian chiare le voci di grigi marinai,
sospese tra le ombre del mondo
in navi senza remi e con le vele non distese,
voci che scandiscono un addio ed un solenne canto,
ché ampio è il mare, ed è lungo il viaggio.

Oh, felici marinai che fate un lungo viaggio
oltre le grigie isole, e oltre Gondobar,
verso le grandi porte delle prode estreme,
ove balzano, lontano, stellanti fontane,
che poi s’abbattono alle porte dalla testa di drago della notte,
in spuma di stelle che scintillando cade nel mare!
Mentr’io, solingo, scruto dietro la Luna
dalla mia torre e bianca e ventosa,
voi non v’arrestate un momento, non attendete un’ora,
ma, con canto solenne e meldia d’un arpista,
passate per le ombre e per ombrosi mari,
sino all’estrema terra dei Due Alberi,
i cui frutti e fiori sono la luna e il sole,
dove principia e termina la luce della terra.
Eärendel voi seguite, senza mai sostare,
il luminoso marinaio, oltre l’occidente,
lui che passò la bocca della notte e lanciò la sua barca
oltre gli esterni mari del buio che non ha una fine.
Qui solo a tratti giunge un vento e soffia,
tornando oscuramente per le vie che percorrete,
carico dei profumi d’alberi che non son terreni.
Qui solo, lungi, per i vetri della finestra,
colgo il baluginio della dorata pioggia
che cade eterna sugli esterni mari.

 

***

 

J. R. R. Tolkien

Versione originale:

“Barnt Green, luglio 1915, Bedford e successivamente.”

“24 luglio [1915], riscritta 9 sett.”

Versioni pubblicate:

The Stapeldon Magazine, Exeter College, Oxford, giugno 1920.
A Northern Venture, Leeds, 1923

Versione riveduta: “1940?”

 

{Eärendil by Ted Nasmith}

 

Tratto da Il Libro dei Racconti Perduti – Parte II
Traduzione di Luca Manini

 

-Rúmil

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