Com’è possibile che i Nani non sapessero cos’era successo a Moria?
Nel film La compagnia dell’anello, vediamo Gimli felice e ansioso di entrare a Moria, sicuro di trovare un’accoglienza regale, facile chiedersi, quindi, come fosse possibile che non sapesse nulla.
In realtà, nel libro, proprio la preoccupazione per le sorti di Balin e dei suoi compagni è uno dei motivi che portano Glóin e Gimli a Gran Burrone; non è infatti Elrond a convocare il Consiglio, ma sono gli altri ad arrivare a Gran Burrone, tutti per motivazioni diverse, nello stesso momento, in cerca dell’aiuto e dei consigli del signore di Imladris.
Glóin racconta che anni prima un’ombra inquietante era scesa sul suo popolo: “Parole incominciarono a sussurrarsi in gran segreto: si disse che eravamo intrappolati in una terra stretta e scomoda, e che nel resto del mondo avremmo trovato maggiore splendore e ricchezza in quantità. Alcuni parlarono di Moria: le imponenti opere dei nostri padri, chiamate nella nostra lingua Khazad-dûm; essi sostennero che ormai eravamo finalmente abbastanza potenti e numerosi per ritornarvi”
Così Balin, Ori e Oin, insieme ad altri, decisero di recarsi a Moria.
Erebor ebbe loro notizie per un po’, dopodiché ogni comunicazione cessò.
Anni dopo, anche in seguito alla visita di un messaggero di Mordor, in cerca di notizie su Baggins e l’Anello, Gloin e Gimli si recano a Imladris.
Moria era distante da Erebor, non vi erano messaggeri e i tempi, e il viaggio, erano assai pericolosi, non deve quindi stupire che i nani fossero all’oscuro della triste sorte dei loro compagni; è evidente quindi che Gimli non si aspettava di certo una solenne accoglienza a Khazad-dûm, anzi, prima che la Compagnia entri nella camera di Mazarbul, dubita anche che Balin e gli altri vi fossero arrivati. Sarà la testimonianza scritta a narrare la loro sorte alla sconvolta Compagnia.
-Stella del Vespro 
Art by Hildebrandt Brothers

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