Frodo e la visione nello specchio

«Desideri guardare tu adesso, Frodo?», disse Dama Galadriel. «Non volevi vedere magia elfica e dicevi di essere soddisfatto così com’eri».
«Mi consigli tu di guardare?», domandò Frodo.
«No», rispose lei. «Io non ti consiglio né l’una né l’altra cosa. Potresti apprendere qualcosa, e le immagini, siano belle o funeste, potrebbero esserti utili, ma anche nefaste. Vedere è al tempo stesso un bene e un pericolo. Eppure io credo, Frodo, che tu abbia coraggio e saggezza sufficienti per rischiare; altrimenti non ti avrei condotto sin qui. Ma fai come vuoi!».
«Guarderò», disse Frodo, e salì sul piedistallo, curvandosi sull’acqua oscura. Lo Specchio si rischiarò, ed egli vide una terra al lume di stelle. Delle montagne giganteggiavano cupe in lontananza contro un pallido cielo. Una lunga strada grigia serpeggiava a perdita d’occhio. Una figura distante percorreva lenta la strada; da principio era piccola ed imprecisa, e man mano che avanzava diveniva sempre più grande. D’un tratto Frodo si accorse che rassomigliava a Gandalf.
Stava per gridare ad alta voce il nome dello stregone, quando vide che la figura non era vestita di grigio ma di bianco, d’un bianco che brillava lievemente nel vespero; in mano teneva un bastone bianco. La testa era troppo curva perché egli potesse vedere il volto; infine la figura seguì una svolta del sentiero e scomparve dalla visuale dello Specchio. Il dubbio colse Frodo: era quella un’immagine di Gandalf durante uno dei suoi numerosi viaggi del passato, oppure una visione di Saruman?
Poi la visione cambiò. Egli intravide, piccola ma assai vivida, una immagine di Bilbo che camminava irrequieto su e giù nella sua stanza. Il tavolo era cosparso di carte in disordine; la pioggia batteva sui vetri delle finestre.
Vi fu quindi una pausa, seguita da molte rapide scene che Frodo sapeva appartenere, in un modo o in un altro, alla grande storia nella quale egli si trovava coinvolto. Frodo sospirò apprestandosi a scendere dal piedistallo.
Ma lo Specchio divenne all’improvviso completamente buio, come se un abisso si fosse aperto sotto la sua superficie e lui guardasse nel vuoto. Nel nero baratro apparve un Occhio, uno
solo, che crebbe lentamente, invadendo quasi tutto lo Specchio. Tale era il terrore che da esso sprigionava, che Frodo ne fu paralizzato, incapace di gridare o di distogliere lo sguardo. I contorni dell’Occhio erano di fuoco, mentre nel globo vitreo della cornea gialla e felina, vigile e penetrante, si apriva, nel buio di un abisso, la fessura nera della pupilla come una finestra sul nulla.
Poi l’Occhio incominciò a vagare, frugando qua e là; e Frodo sapeva con orrore e certezza che fra le molte cose che esso cercava vi era anche lui. Sapeva però che l’Occhio non poteva vederlo, non ancora, a meno ch’egli stesso non lo volesse. L’Anello appeso alla catenella intorno al collo divenne pesante, più pesante di un grosso sasso, e trascinava la sua testa verso il basso.
                                                                                        Art by Najarian
Lo Specchio parve farsi scottante, e un vapore si sprigionava a spirale dall’acqua. Frodo si sentì scivolare in avanti.
«Non toccare l’acqua!», disse a bassa voce Dama Galadriel. La visione scomparve, e Frodo si accorse di mirare le fresche stelle scintillanti nella vasca d’argento. Scese tremante il gradino e levò lo sguardo verso la Dama.
«So cos’hai veduto per ultimo», ella disse; «quell’immagine è sempre nella mia mente. Non temere! Ma non credere che siano sufficienti i canti fra gli alberi, o le svelte frecce degli archi elfici, per custodire e difendere dal Nemico la terra di Lothlórien. Sappi, Frodo, che anche mentre parlo con te, io scorgo l’Oscuro Signore, e conosco le sue intenzioni, tutte le sue intenzioni verso gli Elfi. Ed egli non fa che scrutare, per leggere in me e nel mio pensiero; ma la porta è ancora chiusa!».
Ella levò al cielo le bianche braccia, e le sue mani si rivolsero ad est con un gesto di rifiuto e di diniego. Eärendil, la stella del Vespro, la più amata dagli Elfi, brillava chiara sul suo capo. Tanto era luminosa che la figura della elfica Dama proiettava una pallida ombra sulla terra ai suoi piedi. I raggi della Stella si rifrangevano su un anello che brillava al dito di Galadriel, come oro lucido placcato di luce argentata; una pietra bianca sfavillava, e pareva che la Stella del Vespro si fosse posata sulla sua mano. Frodo guardava stupefatto l’anello: improvvisamente credette di capire.
«Sì», disse la Dama, leggendo nel suo pensiero, «non è permesso parlarne, ed Elrond non aveva il diritto di dirtelo. Ma codesto segreto non può esser nascosto al Portatore dell’Anello, a uno di coloro che hanno veduto l’Occhio. In verità, nella terra di Lórien, al dito di Galadriel, si trova uno dei Tre. Questo è Nenya, l’Anello di Adamant, e io ne sono la custode.
Art by Hildebrandt Brothers
J.R.R. Tolkien, il Signore degli Anelli
-Stella del Vespro

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